Si barrica in casa con i figli

Paura per una donna che minacciava il suicidio. Sedici ore di trattative poi si è arresa

SEVERINO. Quasi sedici ore barricata in casa con i due figli piccoli prima di arrendersi a un negoziatore dei carabinieri: una donna di Siano ma residente e Mercato S. Severino, Maria Di Filippi, 32 anni, temeva che glieli portassero via quei due frugoletti di due e quattro anni, che le togliessero la custodia del maschietto e della femminuccia nati da uno dei due matrimoni fallitti che ha alle spalle per affidarla ai servizi sociali. E così li ha reclusi con lei nell’appartamento al quartiere residenziale del parco De Caro, frazione di S. Vincenzo, e per sedici ore non ha ascoltato nessuno: forze dell’ordine, protezione civile, vicini di casa, semplici conoscenti. Intanto dalla Bulgaria era in arrivo il marito, il papà dei due bambini, un salernitano trentanovenne che lavora ad Est, allertato e subito a bordo del primo volo.

Addirittura nel primo pomeriggio sono arrivati da Livorno i carabinieri del Gis ed è sembrato davvero di essere sul set di un film d’azione, con le forze speciali pronte all’irruzione per evitare problemi ai due bimbi. Invece non era un set, anche se come al cinema è arrivato comunque il lieto fine, almeno per chi ha vissuto quelle ore convulse: quelli che hanno fatto da cornice alla scena e quelli che sono potuti rientrare a casa solo in forte ritardo, a causa della congestione totale della circolazione veicolare in gran parte delle zone centrali di Mercato S. Severino. Per i protagonisti della vicenda, no che non è stato comunque un lieto fine, perché dietro quelle sedici ore trascorse alla ribalta della cronaca - con il solito spiegamento di forze dell’informazione che di storie come questa ha oramai fatto il suo unico pasto - c’è già quasi una vita di sofferenze psicologiche e talvolta anche fisiche, di paure e preoccupazioni, di un futuro che stenta a prendere il volo perché il passato è come piombo nelle ali.

La storia - almeno quella di ieri, non quello che c’è stato prima e prima del prima - è iniziata all’alba, più o meno fra le tre e le quattro: i vicini di casa della donna hanno telefonato alle forze dell’ordine dopo aver sentito piangere a dirotto, e a lungo, i due bambini. Sul posto sono via via arrivati i vigili del fuoco, un paio di ambulanze, i volontari della locale protezione civile (l’Epi, l’Emergenza pubblica Irno) e quelli della Solidarietà di Fisciano. La donna, intanto, si era di fatto asserragliata in casa con i figli e con il cane ed ha cominciato a negare ogni collaborazione: dal balcone della casa al primo piano sbraitava e inveiva, poi gesticolava, quindi rientrava a casa per uscire poco dopo cambiata d’abito.

Insomma, il comportamento di una persona con qualche difficoltà di relazione con il prossimo. Intanto è sorto il sole, l’aria si è riscaldata anche metaforicamente, la folla sotto casa è aumentata, ma nessuno che potesse davvero offrire un aiuto. Maria non voleva - forse non poteva - ascoltare nessuno. A metà mattina ha cominciato a chiedere di voler incontrare il Papa, poi ha chiesto 500mila euro, quindi ha fatto sapere che avrebbe maltrattato i bambini. Addirittura secondo qualcuno pare che abbia anche detto di volersi dare fuoco usando una tanica di benzina, ma il condizionale in questo caso è d’obbligo, e del resto quando si raduna una grossa folla, possono saltare fuori le versioni più incredibili che la massa alimenta ingorda: persino che in giro per S. Vincenzo ci fossero Obama e la Merkel.

L’attesa si è fatta pesante - anche se molti hanno lasciato il capannello e sono rientrati a casa, era pur sempre ora di pranzo, diamine, signora mia - la tensione è cresciuta di ora in ora e per un lungo sprazzo di pomeriggio si è temuto il peggio, anche perché i carabinieri del reparto speciale, che avevano sistemato il loro quartier generale nel vicinissimo supermercato Conad, hanno iniziato i primi, blandi, preparativi in vista di una possibile irruzione nell’appartamento: poco dal punto di vista decisionale, manna dal cielo per le tivù e per il solito capannello alimentato da nuovi curiosi, quelli del dopo pennichella.

Ancora un’ora circa e la zona è stata transennata mentre i presenti sono stati allontanati in malo modo. Tensione e scaramucce tra la folla, in pochi pensavano alla donna e ai due bambini, tanti erano intenti all’eroica e strenua difesa del posto in prima fila, come gli abbonati Rai di un famoso spot. Inutili le mediazioni di polizia, carabinieri, vigili urbani e vigili del fuoco, il blitz sembrava sempre più vicino.

Invece la situazione si è sbloccata quando mancavano sei minuti alle 20 e senza violenze: medici e personale del primo soccorso, insieme con le forze dell’ordine hanno finalmente convinto la signora ad aprire la porta e a far entrare un negoziatore dei carabinieri, un elemento scelto e addestrato proprio per intervenire sul fronte dei disagi psicologici. Il militare ha saputo evidentemente toccare i tasti giusti, ha tranquillizzato la donna, ha allentato la tensione dei bambini, ha parlato, ha spiegato, ha mediato: in poche parole ha convinto la signora a lasciare la casa e ad affidarsi al personale sanitario, che l’ha docilmente accompagnata all’ospedale di Solofra dove nelle prossime ore - e forse anche un po’ di più - verrà tenuta sotto controllo. I bambini sono stati invece visitati da pediatri e assistenti sociali e sono stati trovati in buone condizioni - a parte un inevitabile shock - ma la giovanissima età ha come sempre rappresentato il migliore ammortizzatore.

Lentamente, ma non troppo, il set è stato smontato: via le telecamere, via i giornalisti, via le forze dell’ordine, via le staccionate; tutti verso le diverse occupazioni, soprattutto verso la cena e verso i programmi tivù: «Facciamo presto - ha mormorato qualcuno - che facciamo in tempo a vedere Montalbano su Rai Uno».

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