Si apre uno spiraglio per evitare lo sfratto delle suore di Sapri

SAPRI. Le suore del Buon Pastore dovrebbero rimanere a Sapri, nel rispetto delle ultime volontà di Giuseppe Cesarino, il benefattore che lasciò alla sua morte, nel 1923, l’edificio in stile liberty...

SAPRI. Le suore del Buon Pastore dovrebbero rimanere a Sapri, nel rispetto delle ultime volontà di Giuseppe Cesarino, il benefattore che lasciò alla sua morte, nel 1923, l’edificio in stile liberty affacciato sulla villa comunale alla congregazione delle Bigie elisabettine affinché diventasse una dimora per persone anziane. Nel corso di un incontro tenutosi a Roma nella sede nazionale della congregazione delle religiose, il sindaco di Sapri Giuseppe Del Medico ed il consigliere di minoranza Antonio Gentile hanno rappresentato al consiglio delle Elisabettine la volontà di «dare continuità all’importante attività che le suore svolgono a servizio della città attraverso un dialogo ritrovato». Dal summit nella capitale arrivano, dunque, segnali di disgelo tra maggioranza e minoranza sapresi dopo le polemiche sorte all’indomani della delibera di giunta del 28 gennaio 2016.

In quel documento, l’amministrazione comunale, sulla base del regolamento di attuazione di un’apposita legge regionale, decise di adeguare la struttura a “casa albergo per anziani” attraverso l’affidamento, tramite gara ad evidenza pubblica, della gestione ai privati. La durata sarebbe stata di 15 anni, con un canone mensile di 400 euro. Il 23 dicembre scorso una delibera di consiglio ha approvato la variazione al piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il 2017. Durante la discussione in aula, dopo la richiesta della minoranza che il Buon Pastore rimanesse bene del Comune e che venisse rispettato il mandato del lascito testamentario che vede affidata la gestione della struttura alle suore Elisabettine Bigie, il sindaco si impegnò a farsi promotore di un incontro a Roma con la madre generale. «È desiderio di tutti – sottolinea Del Medico – fare in modo che l’attuale gestione delle suore continui secondo la volontà del donante e dell’intera comunità. Per prima cosa rinnoveremo il consiglio di amministrazione della fondazione che avrà il compito di traghettare questa fase». Per il consigliere di minoranza Gentile, quello di Roma è stato un incontro positivo «perché per ora - dice - abbiamo scongiurato l’eventuale abbandono delle suore». La parola definitiva sarà data dal consiglio comunale, che dovrà predisporre una nuova convenzione.

Vito Sansone

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