Settore metalmeccanico Un operaio su due è in Cig

Otto aziende fallite quest’anno, molte altre sull’orlo del crac. La Fiom accusa «Il Comune di Salerno non attua politiche per il reinserimento dei lavoratori»

«L’intero apparato industriale in provincia di Salerno vive una crisi profonda ed in questo quadro alcune istituzioni non dimostrano sensibilità alle problematiche vissute dai lavoratori». A denunciarlo è Pietro Giordano, segretario provinciale della Fiom Cgil, che ieri ha voluto fare un punto su una situazione che non era mai stata così drammatica prima d’ora. Il settore metalmeccanico impiega in provincia di Salerno più di 5mila persona, la metà di esse ad oggi risultano in cassa integrazione, ordinaria, straordinaria o in deroga. Le uniche aziende a resistere appartengono all’agroindustria ed è la Ardagh Group Italy di Castel San Giorgio, il Gruppo Fabasud di Nocera Superiore e Battipaglia e la Silgan che si trova sempre a Battipaglia. «Fanno parte di un settore – ha chiarito Giordano – nel quale le cose vanno ancora discretamente. Inizia però a sentirsi qualche scricchiolio e noi siamo fortemente preoccupati».

Il caso dell’Ardagh è emblematico: occupa circa 180 dipendenti che arrivano fino a 300 con l’assunzione degli stagionali, personale che quest’anno non è stato assunto. Tantissimi altri, invece, i punti critici. Un rapporto stilato dalla Fiom tratteggia una situazione dalle tinte fosche: da dicembre 2012 ad oggi sono fallite già otto aziende (Finmatica e Etheco di Salerno; Pcb e Finmek Pba di Pagani, De Info di Fosso Imperatore; Tm di Pontecagnano; Metal Vallepiana di Giffoni; Scalsud di Oliveto) e purtroppo molte altre sono sull’orlo del baratro. Altre ventotto aziende, disseminate su tutto il territorio provinciale, hanno fatto ricorso per i propri lavoratori (circa 1800) agli ammortizzatori sociali. Circa il 20 per cento di esse ha fatto richiesta di concordato preventivo ma le ipotesi di accettazione sono veramente pochissime.

«Siamo in una situazione drammatica – ha spiegato ancora Giordano – Siamo costretti a lanciare un grido d’allarme perché in questo particolare momento le istituzioni devono stare vicine ai lavoratori». Una stoccata è diretta in particolare al Comune di Salerno per i tantissimi operai in mobilità o comunque in difficoltà che, ha rimarcato con forza Giordano, «potrebbero essere reimpiegati». Lo strumento è rappresentato dai cosiddetti Progetti di utilizzo che i Comuni possono presentare per pescare dalle liste lavoratori che servono e che poi vengono pagarti dall’Inps.

«La Provincia – ha dichiarato Giordano – ha fatto da “trait d’union” con i sindaci che hanno risposto all’appello e dato opportunità ai lavoratori attraverso Centri per l’impiego. A Salerno il progetto che riguardava la pulizia delle spiagge d’inverno avrebbe impiegato circa 40 persone. Siamo stati ricevuti in Comune, poi il silenzio».

Preoccupazione è stata manifestata anche per le sorti di Idealclima («Prima o poi l’azienda lascerà l’Italia per andare in Cina») e del Parco scientifico e tecnologico: «Il Comune di Salerno lo sfratta da Portacatena per l’affitto non pagato invece di tentare una mediazione per la salvaguardia dei posti di lavoro».

Carmen Incisivo

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