Sette anni fa colpo da 500mila euro

Seguito lo stesso percorso del 2006 quando fu ripulito il caveau della struttura

Era il 20 novembre del 2006 quando le Poste centrali finirono per la prima volta nel mirino della banda del buco. Il gruppo, composto da circa una decina di persone, raggiunse il caveau attraverso un passaggio fognario del lungomare Trieste. Poi, praticando un foro all’interno della struttura di corso Garibaldi, riuscì a penetrare all’interno e a fare razzie. Anche in quel caso i ladri scelsero di agire nella notte tra sabato e domenica, per avere più tempo a disposizione. Ed anche allora riuscirono a mettere fuori uso il sistema di allarme e quello di videosorveglianza, mandando in tilt i terminali degli uffici, un incidente verificatosi anche ieri mattina, che richiederà molto tempo per poter essere riparato. Sei anni fa, però, il bottino fu molto più ricco: tra denaro in contanti, vaglia e francobolli si superò il valore di un miliardo delle vecchie lire. Per quasi dieci giorni tecnici e funzionari delle Poste lavorarono senza sosta per rimettere a posto il sistema operativo che gestisce il servizio, dal momento che i ladri avevano distrutto computer e server. Agli investigatori fu subito chiaro che la banda era formata da professionisti che evitarono accuratamente di lasciare tracce. Gli unici indizi, a parte alcune impronte digitali, furono dati dalle telecamere di videosorveglianza di un istituto di credito situato nelle vicinanze delle Poste centrali: ma i filmati documentavano soltanto il via vai dal lato corso Garibaldi e non quello sul retro (lungomare Trieste), via di fuga che ancora una volta la banda del buco ha privilegiato per riuscire a dileguarsi.

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