Sesso in cambio di lavoro: tre in carcere

In manette coppia di Albanella e un barista di Castelcivita. Le badanti rumene costrette a versare parte dei loro guadagni

ALBANELLA. Le attiravano in Italia con la promessa di un lavoro onesto, ma poi scoprivano che dovevano concedere favori sessuali. Scoperta una rete locale che reclutava attraverso internet donna dell’Est per poi sfruttarle sul lavoro fino alla violenza sessuale. I carabinieri della compagnia di Eboli, diretta dal capitano Alessandro Cisternino, hanno arrestato tre persone su ordine del gip del tribunale di Salerno: Domenico Lucia, 46 anni, di Castelcivita, barista, Domenico Guarracino, 74 anni, di Albanella, e la sua convivente rumena Cristina Stoica, 38 anni.

A far scattare l’inchiesta è stata la denuncia di una donna rumena di 35 anni. La straniera si era rifiutata di concedersi sessualmente e, ad ottobre dello scorso anno, si era rivolta ai carabinieri della stazione di Castelcivita, diretta dal luogotenente Chirico. Dalla sua denuncia si è scoperto il retroscena del reclutamento delle badanti piazzate dall’organizzazione in famiglie della Piana del Sele e Agropoli. A Campolongo di Eboli, invece, c’era il terminal dei pulmini dei caporali rumeni.

I carabinieri, attraverso le indagini condotte dal maresciallo Giovanni Trotta (attualmente al comando della stazione di Santa Cecilia) sono risaliti alla coppia di Albanella. Erano i due conviventi a tenere i contatti con la Romania. Dalle denunce delle bandanti hanno scoperto che erano anche vittime di estorsione. Sette sono i casi accertati. La coppia di Albanella tratteneva dai 100 ai 200 euro mensili sul loro magro stipendio.

Le bandanti hanno riferito al pm Roberto Penna, che conduce le indagini, di aver accettato il lavoro, ma non le avances. I due intermediari, davanti alla loro indisponibilità, le avevano trovato un secondo impiego nel bar di Castelcivita, intimando loro di non fare parola con nessuno del ricatto a sfondo sessuale. Anche in questo caso dovevano corrispondere parte del loro guadagno (600 euro mensili) e cedere alle avances del datore di lavoro e di altri uomini per non essere licenziate.

Nel corso delle operazioni di arresto i carabinieri hanno sequestrato anche un computer a casa di Guarracino che serviva a tenere i contatti con i “caporali” rumeni. I carabinieri stanno indagando sugli account per verificare i complici della tratta delle badanti.

Nella casa di Albanella hanno trovato anche una stanza “nascosta” dove le ragazze pernottavano al loro arrivo e dove si consumavano anche rapporti sessuali.

In particolare i militari hanno accertato che il gruppetto criminoso offriva lavoro che implicava prestazioni di carattere sessuale, attraverso condotte estorsive, violenze sessuali, minacce e intimidazioni di vario genere. La coppia – secondo l’accusa – faceva leva sullo stato di bisogno delle donne che avevano lasciato famiglia in Romania. Gli arrestati sono stati tradotti al carcere di Fuorni a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nelle prossime ore saranno interrogati dal giudice.

Massimiliano Lanzotto

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