Sesso con una 12enne: condannato 

Quattro anni e otto mesi all’uomo che ebbe rapporti con la figlia della compagna

Abusò sessualmente della figlia adolescente della compagna, consumando con lei almeno tre rapporti sessuali. Accadde in un centro della Piana del Sele e l’uomo, difeso dall’avvocato Bianca De Concilio, è stato condannato, in primo grado, a quattro anni e otto mesi di reclusione. La decisione è stata assunta ieri dai giudici gup Pietro Indinnimeo del tribunale di Salerno. Il pubblico ministero Francesca Fittipaldi, nella requisitoria, aveva chiesto una pena più alta: sei anni e tre mesi carcere.
Siamo a metà del 2016 quando scoppia il caso. A denunciare gli abusi ai carabinieri di Salerno è la mamma della vittima e compagna del presunto violentatore. La donna racconta ai militari la sua storia e quelle attenzioni spinte del suo uomo per la figlia che, all’epoca dei fatti, era appena dodicenne. I racconti della donna partono da lontano, dal bisogno di allontanarsi dall’ex abitazione di Salerno per far cambiare ambiente alla figlia dove aveva avuto problemi con un gruppo di coetanei. Quella scelta che doveva essere una soluzione salutare per il menage familiare, si rivelò, al contrario, un boomerang. Quell’atteggiamento amorevole del compagno nascondeva una doppia vita dell’uomo. Il patrigno era molto ben disposto con la ragazzina, dimostrandole grandi attenzioni che – dimostreranno le indagini – avevano in realtà finalità morbose.
Attenzioni, regalini, una premurosità sconfinata. Atteggiamenti che miravano ad entrare in confidenza con la giovane, fino a conquistare la sua fiducia. Dalle indagini è emerso che il patrigno, a piccoli passi, era riuscito ad entrare nella sfera intima della ragazzina. Dalle carezze innocue era passato ai palpeggiamenti. Dalle toccatine si era spinto fino a consumare dei rapporti sessuali con la dodicenne che era consenziente, ma non minore di 14 anni. Tale situazione di promiscuità è andata avanti finché la donna non si è accorta di quanto accadeva. Quando i sospetti sono stati avvalorati da certezze, la donna è corsa subito dai carabinieri, denunciando il compagno e facendo partire le indagini che, l’anno scorso, hanno fatto scattare anche le manette ai polsi del patrigno.
A ricostruire questa turpe storia familiare hanno provveduto gli inquirenti, raccogliendo elementi di prove a carico dell’uomo che hanno confermato i racconti della vittima. Ieri c’è stato l’epilogo del primo grado di giudizio. Il patrigno è stato ritenuto colpevole, ma potrà ancora appellarsi. Respinte le richieste di parte civile avanzate dal Comune di San Mango e dall’associazione Freda.(re. pro.)
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