il rapporto di Save the children

Servizio mensa, discriminatorio il blocco dei pasti ai morosi

La mensa scolastica non è uguale per tutti. Questo è quanto emerge da un monitoraggio effettuato da Save the children sulla refezione scolastica. L’iniziativa “(Non) Tutti a mensa! 2016”, rientrante...

La mensa scolastica non è uguale per tutti. Questo è quanto emerge da un monitoraggio effettuato da Save the children sulla refezione scolastica. L’iniziativa “(Non) Tutti a mensa! 2016”, rientrante nell’ambito della campagna “Illuminiamo il futuro”, ha l’obiettivo di dare educazione e speranza a migliaia di bambini in povertà educativa ed è stata condotta in ben trentasei comuni italiani: tra questi anche Salerno. La mensa scolastica deve diventare un diritto di base garantito a tutti i bambini, secondo standard di qualità certificati e uguali dappertutto, ma secondo quanto emerge dalla fotografia fatta dall’associazione che tutela i più piccoli rispetto ai servizi di refezione scolastica delle scuole primarie così non è. Salerno, nella mappatura dei costi, è quella che offre il servizio più basso a soli 7 euro, seconda solo a Napoli dove la mensa costa 5 euro. Niente a che vedere con i 90 euro di Ancona e i 72 di Vigevano ma anche qui ci sono delle precisazioni da fare. A Salerno, secondo il report, la quota per le famiglie con un reddito medio di venticinquemila euro all’anno e con un figlio massima è di 3,60 euro al giorno. Ma seppur la quota risulti essere tra le più basse la città di Salerno non ammette eccezioni: infatti per quanto riguarda l’esenzione totale dal pagamento della retta delle mense scolastiche, rispetto alle famiglie aventi un Isee non superiore a cinquemila euro all’anno e con tre figli, non è previsto nessun tipo di esenzione dal pagamento della mensa. In questo caso però, il prezzo per venti pasti – almeno a Salerno – è di 7 euro. Ma per Save the children la non esenzione è una politica discriminante. Una prassi, denunciano, che non fanno altro che aumentare le diseguaglianze sociali di appartenenza e fanno ricadere così il peso delle difficoltà economiche dei genitori direttamente sulle spalle dei bambini. Ci sono, infatti, alcuni comuni che non permettono l’iscrizione al servizio per l’anno successivo in caso di morosità. Il Comune di Salerno mantiene il servizio informatizzato con attivo il blocco delle card per la prenotazione del pasto qualora si vada in debito, ovvero nella card risultino zero pasti.

Marina Illiano

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