TERRORISMO

Sequestro dei tecnici Bonatti in Libia: arrestati 3 militanti dell'Isis

Due ostaggi morirono in un conflitto a fuoco

ROMA - Tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal gip Antonella Minunni, sono state notificate ad altrettanti cittadini libici accusati dal pm Sergio Colaiocco e dai carabinieri del Ros di sequestro di persona per finalità di terrorismo aggravato dalla morte di due ostaggi, i tecnici della società di Parma Bonatti spa Fausto Piano e Salvatore Failla deceduti il 3 marzo del 2016 in "un conflitto a fuoco con soggetti terzi" e rapiti nella zona di Sabrata il 19 luglio dell'anno precedente assieme ai colleghi Filippo Calcagno e Gino Pollicardo mentre in auto, senza alcuna scorta, lasciavano Gerba (in Tunisia) per raggiungere il cantiere di Mellitah.

I tre, l'autista Youssef Aldauody, il nipote Ahmed Dhawadi e il suo amico Ahmad Elsharo, attualmente rinchiusi a Tripoli per altri reati, hanno ammesso le proprie responsabilita' affermando anche di essere appartenenti all'Isis e di aver ideato e organizzato il rapimento per finanziare l'organizzazione.

Alla gestione del sequestro, stando a quanto accertato dalla Procura di Roma, da quella nazionale antiterrorismo e dal Ros che hanno acquisito atti, verbali e documenti anche a seguito di una positiva rogatoria con le autorita' libiche, avrebbero preso parte almeno altri dieci soggetti, tutti identificati ma deceduti, assieme a Piano e Failla, in quel conflitto a fuoco del 3 marzo del 2016 quando i carcerieri decisero di cambiare covo dopo il fitto bombardamento americano a Sabrata. Calcagno e Pollicardo, che nel frattempo erano rimasti nella vecchia prigione in attesa di essere trasferiti, riuscirono alla fine a liberarsi da soli e a scappare. L'autista Aldauody, in particolare, avrebbe agito da basista, comunicando agli altri della banda con un paio di giorni di anticipo che il 19 luglio 2015 avrebbe trasportato via terra un gruppo di italiani.