Sequestrato lo stabilimento Palmeco 

Secondo gli inquirenti l’immondizia stoccata nell’impianto supera di parecchio i limiti. Poche cautele per i lavoratori

Un centinaio di tonnellate di pattume stoccato abusivamente nei capannoni di via Spineta: è quel che emerge dai verbali dei militari del Noe, che dopo un’ispezione sequestrano lo stabilimento della Palmeco srl. Alle prime luci di ieri, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Salerno, guidati dal maggiore Giuseppe Capoluongo, e supportati dai militari della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del maggiore Erich Fasolino, affiggono i sigilli ai cancelli dell’impianto per il trattamento dei rifiuti urbani e speciali di proprietà dei Palmieri. È l’esecuzione d’un decreto di sequestro preventivo, richiesto dal pm e accordato dal giudice per le indagini preliminari. C’è anche un indagato: si tratta di Giuseppe Melilli, 40 anni, amministratore unico della ditta dal primo giugno scorso.
Soltanto il 30 maggio, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti a San Mauro Cilento, che aveva portato pure all’arresto del sindaco Carlo Pisacane, erano scattate le manette ai polsi del giovane Alfonso Palmieri, che è il proprietario della Palmeco. E che, fino al primo giugno, la srl l’amministrava pure. Neppure il tempo di gioire per la rapida scarcerazione nel trambusto cilentano, in seno al quale ora fa i conti con l’obbligo di dimora e di firma, che subito, nella sua Battipaglia, Palmieri fa i conti con il sequestro della Palmeco, che è tutt’altra cosa rispetto al caso di San Mauro, e con la denuncia di un suo amministratore.
Tutto nasce dall’ispezione degli uomini del Noe, che avevano rilevato delle violazioni alle autorizzazioni: per i militari, nell’impianto si lavorerebbe senza cautele, in barba alle prescrizioni e l’immondizia stoccata supererebbe di parecchio i limiti. Rilievi simili a quelli che, a settembre 2017, finirono in un verbale dei funzionari dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale: dopo quel sopralluogo, Palazzo Santa Lucia diffidò Palmeco. Risale al 2012 la prima autorizzazione che l’Unità operativa dirigenziale regionale per le autorizzazioni e i rifiuti ambientali nel Salernitano rilasciò ai Palmieri: a gennaio 2017 il rinnovo. Il decreto di Palazzo Santa Lucia prevede che nel sito, in un anno, le tonnellate di pattume messe in riserva non oltrepassino quota 151.647, quelle d’immondizia trattata prima dello smaltimento non vadano oltre la soglia delle 24.120 e quelle recuperate non siano più di 9.380. Prescrizioni non rispettate, secondo gli inquirenti, che hanno preferito interrompere l’attività e andare avanti con le denunce.
Esulta la sindaca Cecilia Francese: «Il sequestro rientra in quel progetto di controllo del territorio che noi abbiamo richiesto fin dall’anno scorso», tuona la sindaca, che si vanta «d’aver chiesto ad Arpac, Noe e polizia municipale un controllo serrato del territorio» e di aver preteso «con denunce, relazioni, monitoraggi e sopralluoghi che la lavorazione del rifiuto fosse a norma», perché «il disagio che i battipagliesi hanno dovuto subire in passato non è più tollerabile».
Carmine Landi
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