Sepe: «Anche le Caritas rischiano di dover alzare bandiera bianca»

Il monito dell’arcivescovo di Napoli dalle colonne del settimanale diocesano “Nuova Stagione” «Non c’è appello alla speranza che tenga quando mancano i soldi per il latte e le medicine»

NAPOLI. «Fate presto» perchè «di povertà si muore». L’appello a quanti più di lui «hanno responsabilità politiche e di governo» giunge, in un giorno emblematico della vita italiana - quello dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica - dal cardinale Crescenzio Sepe. L’arcivescovo di Napoli sceglie il settimanale diocesano “Nuova Stagione” per lanciare un drammatico appello in un contesto nel quale, di fronte al dramma della povertà, «non reggono anche gli istituti religiosi e le Caritas parrocchiali sono allo stremo». Parole chiare, e pesanti, quelle del presule che compie un’ analisi della situazione legata alla povertà che non lascia molto spazio a interpretazioni: «C’è troppa gente che vive nella miseria. C’è gente che muore a causa di una povertà imposta. Al di là dei limiti e dei vincoli, che pure vanno rispettati, vi prego, trovate soluzioni rapide, fate presto», afferma rivolgendosi ai politici. Secondo il cardinale Sepe, «l’invito alla speranza è poco incisivo e non viene raccolto perchè ci sono risposte urgenti da dare in famiglia». Per tanti, ricorda l’arcivescovo di Napoli, «non c’è alcun reddito, benchè minimo; manca il sostentamento; mancano i soldi per pigione e servizi essenziali. Mancano il latte e le medicine». E anche la tutela della salute sta diventando qualcosa «che non ci si può permettere». E le conseguenze «si hanno sui soggetti più deboli del nucleo familiare: sui bambini, sui giovani, sugli anziani». A commentare le parole del religioso è poi Antonio Mattone, della Comunità di Sant’Egidio, che l’arcivescovo di Napoli ha chiamato da settembre scorso a dirigere l’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della diocesi «Quello lanciato dal cardinale è un allarme che nasce da una frequentazione quotidiana con la città di Napoli, attraverso la Caritas, le parrocchie, le mense. Una emergenza - aggiunge - che per tante persone e tante famiglie si sta trasformando in un vero e proprio dramma». Mattone ricorda come «in Campania siano circa 650 vertenze lavorative che riguardano oltre 50mila lavoratori: se non si interviene, come ha invitato a fare il cardinale Sepe, la situazione non potrà che peggiorare».

Sull’argomento interviene anche il segretario regionale Cgil, Franco Tavella: «Il grido d’allarme lanciato dal cardinale Sepe va raccolto poichè registra una drammatica realtà spesso sottovalutata. Più volte la Cgil ha denunciato l’emergenza sociale che stiamo vivendo. Ora - conclude - bisogna agire a partire dalla necessità urgente di finanziare la Cig in deroga e creare le condizioni per lo sviluppo e il riscatto della Campania».

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