Senegalesi e bengalesi rinunciano al corteo

Ieri l’incontro con sindaco e assessore. Lavoreranno nei mercatini rionali e nei week end nella strada accanto al Grand hotel

È carica di aspettative e speranze l’atmosfera che aleggia tra i venditori ambulanti delle comunità senegalese e bengalese sfrattati dal sottopiazza della Concordia e in attesa di una nuova collocazione del loro mercato. Dopo le tensioni degli scorsi giorni per il rifiuto netto di occupare gli spazi predisposti dall’Amministrazione sul lungomare Marconi, si profila una tregua. E la manifestazione, organizzata per stamattina, ha avuto uno stop in attesa di una nuova soluzione che dovrebbe essere varata dalla giunta il prossimo giovedì 13 aprile.

La sospensione del corteo è stata sancita all’unanimità dall’assemblea organizzata dalle due comunità alla Cgil dopo l’incontro convocato a Palazzo di Città. Prima della decisione definitiva un momento di preghiera, quindi, il dibattito che ha visto senegalesi e bengalesi (in tutto sono 120 i commercianti coinvolti) condividere le scelte messe sul tavolo dai loro rappresentati, accompagnati da Anselmo Botte per il sindacato.

«Siamo stati convocati dal sindaco Vincenzo Napoli e dall’assessore Dario Loffredo – spiega il presidente dell’associazione senegalesi di Salerno Daouda Niang – a loro abbiamo ribadito la nostra totale contrarietà a insediarci sul lungomare Marconi e abbiamo esposto le nostre proposte che saranno discusse nei prossimi giorni. Se non dovessero rispettare gli impegni, allora scenderemo in piazza». Sul tavolo della Giunta, il sindaco si è impegnato a portare due soluzioni: di dare la possibilità agli ambulanti di accedere ai mercati rionali cittadini e di far utilizzare la strada limitrofa al parcheggio del Grand Hotel Salerno nei giorni di sabato e domenica. La prima opzione, in particolare, è stata condivisa anche da Ciro Pietrofesa, presidente provinciale dell’Anva (associazione nazionale venditori ambulanti) che ha già prospetato la disponibilità di una ventina di posti, pronti per essere occupati fin d’ora, al mercato di via Piave e altrettanti a Torrione.

«Il sindaco – chiarisce Anselmo Botte della Cgil – si è assunto un impegno formale. Pur ribadendo la volontà, da parte dell’Amministrazione, di voler continuare la riqualificazione della zona di via lungomare Marconi, ha accettato le soluzioni che gli abbiamo proposto. Sull’utilizzo del parcheggio del Grand Hotel – aggiunge – è stato irremovibile perché lì il Comune, in difficoltà finanziaria, ottiene degli introiti importanti, ma è stato disponibile a cercare una mediazione rispetto alla collocazione sulla strada limitrofa, dove si trova la fontana. Ora bisogna solo aspettare che all’apertura del sindaco e dell’assessore faccia seguito la delibera, che chiude definitivamente questa querelle nel rispetto di questi lavoratori che doverosamente pagano le tasse comunali, ma che hanno ugualmente diritto di lavorare nelle migliori condizioni». Posizione, questa, condivisa da Navi Nur, presidente della comunità del Bangladesh di Salerno. «Prima di opporci alla soluzione di lungomare Marconi abbiamo provato a vendere lì per qualche giorno le nostre merci e abbiamo avuto un riscontro assolutamente negativo. La nostra contrarietà, quindi, non è astratta. Se l’Amministrazione darà seguito alle promesse andremo lì dove è stato deciso e, solo così, potremmo capire se l’alternativa è giusta». Che il rifiuto degli spazi sul lungomare Marconi non sia un mero incaponirsi dopo lo sfratto dal sottopiazza della Concordia lo sottolinea anche Daouda Niang: «Non vogliamo ripetere il fallimento dei mercatini etnici, le nostre sono posizioni che vogliono tutelare la sicurezza degli ambulanti e garantire loro la possibilità di lavorare». Nel piazzale della stazione, quindi, non ci sarà il concentramento della manifestazione anche se, probabilmente, «alcuni venditori arriveranno comunque perché non è stato possibile comunicare a tutti le ragioni della sospensione», sottolinea Anselmo Botte.

Eleonora Tedesco

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