Sempre più gravi i reati commessi dai minori

L’allarme dei magistrat: la soppressione del Tribunale specifico avrà ripercussioni gravi

Calano i reati compiuti da minori, ma aumenta purtroppo la loro gravità. È una delle notizie emerse nel corso del convegno “Il diritto del minore al trattamento differenziato: perché no alla soppressione del tribunale per i minorenni” che si è tenuto ieri pomeriggio presso la sala del Gonfalone del Comune. «I minori – ha spiegato il professore Antonio Sessa, docente di Legislazione penale minorile presso l’Università di Salerno – compiono estorsioni, omicidi, spaccio. Si tratta di una criminalità da adulto. C’è un implosione del sistema minorile che invade quello degli adulti». Trecento i processi penali gestiti in un anno dal Tribunale per i minorenni di Salerno. «A questi – ha detto il presidente Pasquale Andria – bisogna aggiungere tra le cinquecento e le seicento segnalazioni veicolate dalla Procura che chiede interventi in sede civile a protezione di minori che vivono situazioni di disagio, soprattutto familiare». Al momento presso il Tribunale di largo San Tommaso D’Aquino lavorano tre giudici più il presidente, anche se l’organico dovrebbe essere composto da quattro giudici (si attende l’arrivo di un nuovo elemento dopo un pensionamento). E questo fa ammettere che non ci sono problemi di carenza di organico o di carico di lavoro. Ma l’incontro di ieri è stato soprattutto l’occasione per ribadire la contrarietà al disegno di legge che prevede la soppressione del Tribunale per i minorenni, con il conseguente trasferimento delle specificità di questo organismo all’interno del Tribunale ordinario. Al momento il disegno di legge è all’esame del Senato, dopo essere già stato approvato alla Camera, ma la speranza dei presenti è che non trovi seguito perché «questo progetto di riforma tiene presenti gli interessi economici e di funzionalità e non quelli del minore», ha sottolineato Maurizio Baruffo, giudice presso il Tribunale per i minorenni di Napoli. «Oggi i tribunali per i minorenni funzionano. Lo Stato non è un’azienda e ci sono settori, come questo, in cui non si può risparmiare», ha aggiunto il collega Piero Avallone. «In questo modo viene meno l’autonomia che è un presupposto necessario per questa specializzazione che, invece, sarebbe annientata nel calderone della giustizia generalista. Dobbiamo essere molto vigili», ha evidenziato sempre il presidente Andria. Ed è stato sempre lui a ricordare come questo progetto di riforma sia stato bocciato all’unanimità sia dall’associazione nazionale magistrati che dal Consiglio superiore della Magistratura. Vale la pena ricordare che il dibattito è stato promosso dalla Camera penale minorile di Salerno.
Angela Caso
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