Sel e Rifondazione chiudono al Pd

Franco Mari: «Gli strapperemo i voti di sinistra che ci hanno rubato in 20 anni»

SALERNO. La risposta della sinistra alternativa al Pd, che ancora ieri per bocca del segretario provinciale Nicola Landolfi si appellava a queste forze per formare una coalizione unita da presentare alle elezioni comunali di primavera, sta in una serie di dichiarazioni dei due principali partiti – Sel e Rifondazione – e in una data, quella di domani 7 novembre, quando nella sede della federazione provinciale del partito di Vendola, in via Davide Galdi a Mercatello, alle 11, verrà presentato alla stampa il simbolo di “Salerno di Tutti” l’aggregatore intorno al quale in queste settimane è partito un confronto aperto sulle urgenze della città e, soprattutto, su un nuovo modello di gestione del “bene comune” e che ora diventa a tutti gli effetti una lista civica in contrapposizione a quelle che De Luca e i suoi metteranno in campo per riconquistare Palazzo di Città anche senza l’ex sindaco candidato.

«Non facciamo due pesi e due misure – ha spiegato Loredana Marino, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista – siamo all’opposizione del Pd al Governo e anche nelle città. Perché quello che fanno a Roma si ripercuote a cascata sui territori, come sulla privatizzazione dell’acqua pubblica. Anche a Salerno – ha ribadito – saremo una forza alternativa al Partito Democratico». Una posizione che il partito di Paolo Ferrero ha ribadito anche nell’ultimo comitato politico nazionale, durante il quale è stato votato un ordine del giorno in cui è stato assunto l’impegno alla costruzione di liste alternative al Pd.

E si rafforza il legame con Sel, partito con il quale, ha spiegato la Marino, «l’interlocuzione non si è mai fermata. C’è unità di intenti – ha sottolineato – per costruire una coalizione politica partecipata. Non sarà – ha promesso – una sommatoria di partiti ma avremo un confronto aperto con il mondo dell’associazionismo e con i movimenti, senza nulla di precostruito».

Un percorso che, partendo da Salerno, sarà proposto anche negli altri Comuni al voto, a cominciare dai grossi centri come Battipaglia o Siano.

E a rispedire al mittente l’invito di Landolfi è stato anche il segretario provinciale di Sel, Franco Mari, che ha parlato di «luci abbaglianti e specchietti per le allodole». «Perché – si è chiesto - si continua ad alludere alla possibilità di un accordo tra Sel ed i Progressisti per Salerno? Perché non ci si è accorti che un consigliere comunale e un assessore, eletti da Sel, hanno lasciato il nostro partito proprio prendendo atto dell'incompatibilità tra i nostri programmi e quelli dell'amministrazione cittadina?». Le comunicazioni, ha ricordato, si sono chiuse sei mesi fa con la decisione di correre da soli alle elezioni regionali.

Questi gli interrogativi che Mari sottopone al suo omologo, dandosi anche due possibili risposte. La prima è che il Pd starebbe cercando a tutti i costi di raccogliere ancora una volta i voti di una parte della sinistra salernitana. «L’altro – ha proseguito - dipende dal quadro delle alleanze impresentabili che si profilano per le prossime elezioni e che, sembra, stiano suscitando qualche dubbio addirittura all'interno del Pd».

Parole ultimative che, con la presentazione del simbolo della lista, chiudono definitivamente il discorso alleanze. Con una promessa: «Fatevi pure tranquillamente la vostra alleanza con Verdini, D'Anna ed Eva Longo e smettetela di provare a mitigare i vostri mal di pancia interni fantasticando di possibili allargamenti a sinistra. Mi dispiace - ha concluso sarcasticamente - ma questa volta, caro Landolfi e caro De Luca, vi strapperemo i voti di sinistra che ci avete sempre rubato negli ultimi venti anni».

(m.a.c.)

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