Sel chiede una verifica di maggioranza

La vendita della Centrale del latte apre una spaccatura. Ragosta: «Confronto sul programma o faremo un passo indietro»

La questione della vendita della Centrale del Latte rischia davvero di mandare in fibrillazione la granitica maggioranza di Vincenzo De Luca. Prima le dichiarazioni del capogruppo dei Progressisti Sorrentino in Consiglio comunale, poi la replica dell’assessore Calabrese e l’invito di Landolfi a «non forzare ideologicamente sul punto» ed ora la dura presa di posizione di Michele Ragosta, coordinatore provinciale del partito di Vendola, pronto anche ad uscire dalla maggioranza. «Nessuna forzatura ideologica - spiega Ragosta in una nota stampa - la Centrale del latte è un bene comune, un patrimonio dei salernitani che va salvaguardato da chi cerca, attraverso la vendita, di fare soltanto cassa a danno dei lavoratori, dell’indotto e dei consumatori».

Un’analisi che sembra quella fatta nel corso dell’assise dai rappresentanti dell’opposizione e che va anche oltre la semplice richiesta di rinvio della discussione dell’argomento proposta dal consigliere del partito Emiliano Torre. Il parlamentare replica poi direttamente a Landolfi. «A lui e agli amici del Pd dico che la nostra non è mai stata una posizione puramente ideologica. Bensì il nostro atteggiamento è figlio di una battaglia che viene da lontano, fatta al fianco dei lavoratori e dei salernitani». E a riprova di questo, Ragosta spiega che «vendere significherebbe rinunciare all’unica azienda, interamente pubblica, che ha da sempre prodotto utili che sono stati poi redistribuiti sul territorio, creando anche nuova occupazione. Se tutto questo significa avere un atteggiamento ideologico, allora siamo ben contenti di indossare questo marchio».

Una presa di posizione che non significa venire meno «agli obblighi di maggioranza», come sostenuto da Sorrentino, perché si tratta di un argomento che non faceva parte dell’accordo programmatico sottoscritto alla vigilia delle elezioni, così come quello relativo alla variante al Puc e alla messa in vendita delle aree edificabili. «E’ necessaria, ora più che mai - spiega Ragosta in merito a questi aspetti - una nuova, seria e concreta verifica programmatica. Se queste sono le determinazioni del Pd e del sindaco di Salerno, noi siamo pronti a fare un passo indietro, prendendo atto che è stato modificato l’indirizzo politico dell’amministrazione». Tanto per chiarire ulteriormente: «Siamo pronti ad uscire dalla maggioranza anche se non sarà una scelta che prenderemo a cuor leggero. Ma se non ci sarà un confronto serio e pacato su questi temi che per noi sono fondamentali, e lo sono altrettanto per l’intera collettività salernitana, non potremo far altro che prenderne atto, assumendo tutte le decisioni consequenziali». Sembra quasi che i deluchiani siano accerchiati: centrodestra da una parte Sel dall’altra, senza dimenticare gli oppositori che sono fuori dal consiglio a partire dai grillini per finire a Valerio Torre coordinatore regionale di Alternativa Comunista che ieri in una nota stampa ha invitato i lavoratori della Centrale del Latte «a scendere in piazza per manifestare la propria contrarietà e a rivendicare un altro governo per Salerno». Secondo Torre, infatti, il voto del consiglio «conferma il piano cosciente dei rappresentanti locali: favorire, attraverso la svendita di tutto quanto resta pubblico, la realizzazione di ulteriori ingenti profitti a vantaggio della borghesia e in danno dei lavoratori».

Angela Caso

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