Sei turni scoperti Dicembre “nero” al pronto soccorso 

Non ci sono medici per garantire l’emergenza territoriale E da domani andrà in pensione il primario Pauciulo

Sei turni senza medico, sarà un dicembre difficile per il pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. Sei notti senza dottori, l’emergenza territoriale è a rischio. Non ci sono sanitari disponibili a lavorare all’ospedale di Eboli. Nemmeno al Saut in località Acquarita, tradizionale “serbatoio” nei momenti di crisi, ci sono medici che potrebbero dare una mano in pronto soccorso. Stessa scena nei reparti dell’ospedale. Molti sanitari hanno esaurito le ore di Alpi previste per legge. Altri medici sono già impegnati a colmare i turni altrove.
La carenza di personale si è aggravata con due novità: il primario Salvatore Pauciulo andrà in pensione domani, 30 novembre. A sostituirlo sarà il dottore Sforza, medico paganese, che però è già inserito nella pianta organica del pronto soccorso di Eboli. Altra tegola. A dicembre è venuta meno la disponibilità di un medico che partecipava alla turnazione al servizio di emergenza. “Alpi esaurito” è questa la risposta ricorrente. Ci sono medici che corrono da un nosocomio all’altro, tutto l’anno, per coprire ore di straordinario. Di recente, un medico che lavora tra Eboli e Polla ha ricevuto una contestazione disciplinare. Avrebbe sforato il tetto dello straordinario per ben 70 ore. C’è poi l’obbligo al riposo. Altro limite su cui non esiste tolleranza. Anche se qualche sindacalista della Uil ha spesso segnalato, soprattutto tra gli infermieri, turni con orari molto irregolari.
Tra un limite e l’altro, il pronto soccorso ha sei turni scoperti a dicembre. Lavorando anche di pomeriggio, Pauciulo era riuscito a colmare le lacune di novembre e dei mesi precedenti. Negli ultimi giorni, i contatti telefonici non hanno prodotto risultati. Non ci sono medici disponibili: «Collega, mi dispiace», è la risposta telefonica ricorrente.
Dopo un mese di protesta, nulla è cambiato nel reparto di urologia. I medici di turno sono sempre due. Un’altra coppia di medici ha il contratto in scadenza. La carenza di personale è gravissima. Programmare le attività ambulatoriali, operatorie e in reparto, è diventato complicatissimo. Sono usciti dall’emergenza, invece, i reparti di chirurgia e di ortopedia. In estate i chirurghi (primario incluso) avevano rinunciato alla seconda parte delle ferie, per garantire la continuità assistenziale ai pazienti. A settembre, invece, gli ortopedici hanno sospeso le attività in orario notturno. Se all’ospedale di Eboli arrivava un paziente con una frattura, dopo le 20 non riceveva assistenza, fino alla mattina successiva. In chirurgia e in ortopedia il numero dei medici resta striminzito ma consente il completamento dei turni.
Francesco Faenza
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