Segregata nella baracca del pusher

La moglie disabile liberata dai carabinieri. Sequestrati bustoni pieni di marijuana

Picchiava la moglie disabile minacciandola di morte. La donna, 28anne di origini pugliesi, è stata liberata dai carabinieri l’altra sera. Viveva in una baracca in località Monti di Eboli dove non poteva neppure lavarsi. Con lei il marito, Raffaele Augusto, 52 anni, originario di Battipaglia. L’uomo è stato arrestato per gravi maltrattamenti in famiglia e detenzione di sostanza stupefacente. In casa nascondeva circa un chilo e mezzo di marijuana.

Ai militari della stazione di Eboli, diretta dal luogotenente Fabrizio Garrisi, erano giunte segnalazioni allarmanti sulle condizioni di salute della disabile. In due occasioni i carabinieri avevano fatto un controllo alla baracca, ma non avevano trovato nessuno. La donna, sposata da un anno con l’arrestato, si era confidata con un passante. Lo sfogo è arrivato fino in caserma. Mercoledì sera i carabinieri sono tornati sul posto: la donna si è avvicinata ed ha baciato la carrozzeria. A suo modo ha festeggiato la libertà, ha spiegato dopo.

Dai suoi racconti emerge una situazione umana aberrante aggravata dal suo stato di disabilità. La giovane pugliese ha ricostruito il profilo violento del marito che le avrebbe impedito di seguire una terapia per una patologia cronica. Addirittura doveva medicarsi da sola perché non gli permetteva di andare in ospedale. In alcune casi l’aveva messa alla porta e a dormire all’addiaccio.

Nel corso della perquisizione nella baracca situata in una zona isolata al confine tra Eboli, Olevano e Battipaglia, i carabinieri hanno rinvenuto cinque buste contenenti marijuana. La droga sequestrata sarà analizzata dal Lass (laboratorio analisi sostanze stupefacenti) dei carabinieri. Nella disponibilità di Augusto c’erano, inoltre, due bilancini di precisione e delle bustine per confezionare in dosi lo stupefacente. L’uomo aveva in casa 2450 euro, sicuro provento dell’attività di spaccio ed una roncola.

A confermare l’attività illecita è stata la moglie che – sempre ai militari dell’Arma – avrebbe accusa il marito di essere un pusher. Se sbagliava erano botte per questo manteneva il silenzio. Non era nelle condizioni di chiedere aiuto o scappare. Il marito gli aveva preso il cellulare. Anche quando gli permetteva di usarlo per telefonare ai genitori, la conversazione era pilotata. Per Raffaele Augusto si sono spalancate le porte del carcere di Salerno. Sua moglie è stata affidata ai servizi sociali del Comune. Dopo una notte in albergo, dove ha potuto fare una doccia dopo mesi, è tornata dai parenti.

Massimiliano Lanzotto