Sedi di Corte d’Appello È guerra tra gli avvocati

I legali del Foro di Vallo al Ministero per perorare l’accorpamento a Potenza Salerno insorge: con un Tribunale depotenziato più facile l’annessione a Napoli

Attacchi alla politica e una netta bocciatura alla nuova proposta di riordino del sistema giustizia italiano. L’ordine del giorno “commissione Vietti” ha animato l’assemblea degli avvocati della Camera penale di Salerno, presieduta dal penalista Michele Sarno. La linea condivisa è stata la forma di protesta dell’astensione, ma non sono mancate le bordate. «Lasciamo perdere la politica, i problemi dobbiamo risolverceli da soli» è stato l’intervento dell’avvocato Marco Senatore.

I presenti ieri nell’aula Parrilli hanno rumoreggiato quando il segretario Saverio Accarino ha svelato l’indiscrezione di un incontro in corso a Roma, al ministero di Giustizia, di una delegazione forense del tribunale di Vallo. Con il ridisegno della geografia giudiziaria italiana c’è chi spera di ottenere vantaggi e chi di ripresentare vecchi disegni mai abbandonati. Se la linea predominante del disegno di legge in discussione al Parlamento è quella di una corte di Appello per ogni capoluogo di regione, significa che tutto il carico di Salerno finirebbe in quello già imponente di Napoli, che si ritroverebbe con una mole di lavoro smisurata. L’idea mai abbandonata, in un discorso di riordino dei mandamenti, è quella di accorpare il Cilento, la Piana del Sele (con l’ex competenza della sezione di Eboli) e il Diano (ripescando Sala Consilina) al tribunale di Vallo, in modo da spingere quello di Salerno, notevolmente ridimensionato, verso Napoli insieme a Nocera, e puntare ad accorpare tutta la zona Sud della provincia alla Corte di Appello di POtenza. La sopravvivenza delle Corte di Appello, soprattutto di quelle minori, come lo è Potenza, infatti è sempre più legata a giochi politici.

La commissione parlamentare dovrebbe sciogliere la riserva entro la fine dell’anno. Il discorso cambierebbe se, come si è vociferato negli ambienti parlamentari, la divisione dei mandamenti delle Corti di Appello sarà stabilita in base alla popolazione residente. La formula, in quel caso, sarebbe una sezione di appello per ogni milione di abitanti. Con questo parametro si salverebbe la sezione salernitana, ma verrebbero penalizzate quelle minori, come Potenza. Un bel rompicapo che, ad ogni modo, creerà divisione nei territori.

L’assemblea di ieri è stata l’occasione per affrontare anche il discorso dell’edilizia giudiziaria e della “costruenda” Cittadella. Se l’avvocato Caramanno, consigliere comunale a Salerno, ha assicurato che c’è un altro finanziamento per il completamento (sono sorti problemi per l’informatizzazione e la telefonia), il collega Gino Bove si è ritenuto insoddisfatto del suo intervento perché, a suo dire, confermerebbe che la cittadella non è in cima ai pensieri e al programma politico dell’attuale amministrazione cittadina.

Nel corso dell’adunanza non sono mancate testimonianze sulle difficoltà quotidiane all’interno del palazzo di giustizia. Dall’avvocato che deve salire sulla scala per prendere il faldone e farsi da sé le fotocopie, agli armadi che occupano lo spazio del pubblico nell’aula della corte di Assise e di Appello. Tante piccole problematiche che, messe insieme, rendono tortuoso il lavoro quotidiano a servizio della giustizia. Il presidente Michele Sarno non ha escluso un’altra settimana di astensione per il prossimo mese di gennaio se non saranno recepite le istanze.

©RIPRODUZIONE RISERVATA