«Se ne parla da anni È giunta l’ora del cambiamento»

SALERNO. Il 4 dicembre gli italiani dovranno scegliere: sì o no alla riforma costituzionale. Il quotidiano “la Città” chiede a persone della società civile di spiegare le proprie ragioni. Ne parliamo...

SALERNO. Il 4 dicembre gli italiani dovranno scegliere: sì o no alla riforma costituzionale. Il quotidiano “la Città” chiede a persone della società civile di spiegare le proprie ragioni. Ne parliamo con Nicola Mammato, 46 anni, medico veterinario.

Pochi giorni al voto. Lei è ancora indeciso o ha già maturato la sua convinzione?

Ho già maturato la mia decisione da un po’ di tempo e mi sono schierato apertamente per il Sì, senza alcuna titubanza. Perché votare diversamente significherebbe giocarsi una possibilità di cambiamento. Sono anni che sento parlare di riforme ma alla fine non si è mai fatto niente .

Come ha maturato la sua convinzione?

Innanzitutto leggendo il testo della riforma, facendo un raffronto con quella vigente e cercando d’informarmi il più possibile. Positivo ed esaustivo senz’altro è stato l'incontro con il docente universitario Marco Plutino.

Quali i punti di questa riforma che l'hanno convinta?

L’eliminazione del bicameralismo paritario, che sicuramente andava bene alla fine della guerra ma non più oggi, in un mondo che viaggia velocemente. È impensabile che per approvare una legge debbano trascorrere circa 500 giorni. E, ancora, la riduzione del numero dei parlamentari e la cancellazione dei rimborsi ai gruppi politici del Senato. Poi trovo giusto l’equiparazione dello stipendio dei consiglieri regionali a quello del sindaco della città capoluogo, l’eliminazione dei rimborsi ai gruppi politici regionali e la parità di genere. Infine il ritorno allo stato di materie come ad esempio la sanità.

Secondo lei ci sono delle criticità?

Se dicessi di no direi una bugia. Mi auguro che man mano che verranno fuori ci sarà una classe politica in grado di risolverle con serietà e non con slogan.

È preoccupato per l'esito del voto?

Ho altre preoccupazioni ma non quella dell’esito del voto, ma non possiamo continuare a lamentarci se non abbiamo il coraggio di cambiare. Io ho un motto: guardiamo al futuro, è possibile.(g.d.s.)

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