Stalking e violenza

«Se mi denunci ti uccido», condannato l’ex amante

Minacce, pedinamenti, danni all’auto e aggressioni. Un inferno di persecuzioni per il quale un 32enne di Pontecagnano è stato condannato ieri a una pena di due anni dopo che nel 2014 era finito anche...

Minacce, pedinamenti, danni all’auto e aggressioni. Un inferno di persecuzioni per il quale un 32enne di Pontecagnano è stato condannato ieri a una pena di due anni dopo che nel 2014 era finito anche agli arresti per aver violato l’obbligo di dimora con cui l’autorità giudiziaria aveva cercato di allontanarlo dalla sua vittima. Tutto inizia quando lei, una 28enne salernitana, scopre che quello che ritiene essere un fidanzato è in realtà un amante, sposato con un’altra donna e già padre di un bambino. La giovane va su tutte le furie e interrompe la relazione, ma lui assicura che il rapporto con la moglie è in crisi e, per dimostrare l’intenzione di chiudere il matrimonio, lascia per qualche tempo l’abitazione coniugale e si trasferisce in un bed & breakfast a Salerno. Così i rapporti con la 28enne riprendono, ma dopo un po’ l’uomo torna sui suoi passi e riprende la vita coniugale. È abbastanza perché alla donna sia chiaro che il loro non diventerà un legame alla luce del sole e perché decida di chiudere la relazione. È a quel punto che inizia per lei un calvario fatto di telefonate incessanti, pedinamenti e violenza. «Se mi denunci ti uccido» è una delle ultime minacce dell’uomo, che non aveva esitato a seguirla fino alla stazione dei carabinieri. Lei però non si è scoraggiata, ha sporto querela e ha ricostruito mesi di intimidazioni e paure. Per spaventarla, il 32enne le aveva anche spaccato i finestrini dell’auto e non perdeva occasione per avvicinarla e minacciarla. Non si era fermato nemmeno quando la donna aveva ottenuto dall’autorità giudiziaria un provvedimento di obbligo di dimora, che imponeva all’ex amante di non lasciare il comune di residenza affinché non potesse avvicinare la vittima dello stalking. Lui aveva violato la misura, era tornato a Salerno e ancora una volta aveva avvicinato la 28enne nel tentativo di obbligarla a tornare insieme. Era finito così agli arresti, con l’apertura di un nuovo procedimento giudiziario che si è chiuso a gennaio con una condanna a un’anno e mezzo.

Ieri si è concluso invece, il processo originario. Il presidente Antonio Cantillo ha disposto una pena in continuazione, per un totale di due anni con sospensione condizionale. Alla giovane, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Michele Tedesco, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno. (c.d.m.)

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