IL CASO

Scure dei giudici sulle spese dei politici salernitani

La Sezione di controllo della Corte dei Conti: Pd e “De Luca presidente” restituiscano 22mila euro

SALERNO - I giudici presentano il conto ai politici. «Irregolare rendicontazione», sentenzia la Corte dei conti pochi mesi dopo il suono del gong. È l’ultimo atto sulla Decima Legislatura regionale, la prima targata Vincenzo De Luca. Nei guai ci finiscono due gruppi consiliari, entrambi di maggioranza: il Pd e la supercivica “De Luca Presidente”. In ballo, nel complesso, ci sono 22mila euro: il prezzo d’un buon crossover.

Tanto vale la duplice bocciatura dei rendiconti 2020, che arriva per mezzo di due delibere a firma della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, presieduta dal giudice facente funzioni Marco Catalano. Ventuno pagine per il Partito democratico, altre 21 per il gruppo del listone civico. Le prime valgono poco più di 13mila euro, le altre sforano d’un soffio la soglia dei 9mila. La rendicontazione d’alcune spese sostenute nei primi nove mesi dell’annus horribilis è illegittima: parola dei giudici. «Non si ritiene superata la criticità e quindi non è ammissibile la spesa»: è la sentenziosa frase ripetuta dalle toghe di pagina in pagina.

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