Scuola, sì al tirocinio formativo attivo

Per conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Interessa 70mila precari con tre anni di servizio nel periodo 1999-2012

SALERNO. Il decreto sui Tfa (Tirocinio formativo attivo) speciali è stato approvato dal Consiglio dei ministri. A darne notizia ieri è stato il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. I Tfa speciali, permetteranno ai docenti precari, con almeno 3 anni di servizio (stimati in circa 70 mila in tutta Italia) l’accesso senza selezione al percorso formativo al fine di conseguire l’abilitazione all’insegnamento.

Il provvedimento, destinato a modificare il decreto ministeriale 249/2010, che disciplina la formazione iniziale degli insegnanti, è rivolto ai docenti che nell’arco temporale 1999/2000 al 2011/12 potranno vantare il requisito dei tre anni di servizio. Atteso dal maggio 2012, il provvedimento sembra giungere quasi al termine dei passaggi necessari per l’approvazione, manca solo la valutazione della Corte dei Conti.

Per quanto concerne la tempistica di realizzazione dei corsi, i Tfa speciali dovrebbero andare di pari passo con i Tfa ordinari 2012/13, da attivare a breve, come più volte affermato dal Miur. «Una svolta – afferma Adida (Associazione docenti invisibili da abilitare) – che va nella direzione del riconoscimento che i docenti di terza fascia costituiscono una categoria che non può essere ignorata, confusa con aspiranti docenti e, ancor peggio, incasellata nel decreto sulla formazione iniziale. La nostra associazione ha sempre contrastato tale assurda misura, chiedendo sia a livello politico che attraverso imponenti azioni legali, misure adeguate a “sanare” la posizione dei precari di terza fascia, richieste che hanno portato alle modifiche al decreto ministeriale 249/2010».

Docenti di nome e di fatto, i precari di terza fascia delle graduatorie d’istituto, presenti numerosi anche nel Salernitano, hanno da sempre avuto un riconoscimento da parte dell’amministrazione pubblica, per la semplice costatazione che grazie ad essi la scuola statale ha potuto garantire in ogni angolo del Paese, lo svolgimento regolare del servizio, secondo gli standard nazionali fissati.

«Non dimentichiamoci – precisa Adida – che titolo di accesso alla professione di docente non è l’abilitazione ma il diploma o la laurea, così come fissato dalla normativa vigente e recentemente ribadito dal famigerato “concorsone”. L’abilitazione, infatti, ottenuta fino ad oggi in vari modi, è solo un requisito necessario per la stabilizzazione, per l’assunzione a tempo indeterminato».

La decisione di attivare i Tfa speciali è stata presa in carico dal ministro Francesco Profumo, consapevole che l’utilizzo di personale precario, in modo reiterato, viola la normativa europea contro lo sfruttamento. Ricordiamo infatti che la normativa europea prevede il riconoscimento professionale, e quindi l’abilitazione, per chi ha svolto una data professione per almeno tre anni. È evidente quindi che il Ministero, al fine di contenere gli effetti negativi dei contenziosi in atto, abbia deciso di eliminare parte del problema con la formula dei Tfa speciali. Due percorsi diversi quelli dei Tfa speciali e del concorso in atto: l’uno infatti dà la possibilità di conseguire l’abilitazione all’insegnamento; il secondo, se superato, dà diritto all’immissione in ruolo.

Andrea Passaro

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