L'EMERGENZA EPIDEMIA

Scuola, il prefetto bacchetta i sindaci “fai-da-te” «Chiusure mirate»

Il diktat: «Tutti in classe, le deroghe solo in casi eccezionali». Sarno come Salerno: c’è il via libera agli screening di massa

SALERNO - Comune che vai, ordinanza che trovi. Ai tempi del mostro Covid, la scuola non è uguale per tutti: c’è chi torna in aula e chi resta a casa, nel day one della ripartenza dell’istruzione “made in Salerno”. Dipende dalle ordinanze dei sindaci, bacchettati nelle scorse ore dal prefetto di Salerno, Francesco Russo. L’ufficiale del governo chiarisce i dettami dell’articolo 2 del Decreto legge d’inizio aprile. «La suddetta norma - chiarisce Russo - prevede che, dal 7 al 30 aprile, sull’intero territorio nazionale e indipendentemente dalla classificazione degli scenari di rischio epidemiologico, i servizi educativi per l’infanzia, l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, nonché la scuola primaria e il primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado si svolgano con modalità in presenza».

È scritto nero su bianco in una paginetta trasmessa ai piani alti dei municipi salernitani martedì scorso. Era il giorno delle prime prese di posizione d’alcuni sindaci, firmatari di diktat duramente contestati dai “no-Dad” dei rispettivi comuni. Mentre le fasce tricolore spiccavano le ordinanze, al prefetto appariva «opportuno rilevare come tale previsione (quella dell’articolo 2 del decreto legge 44, ndr ) non ammetta alcun intervento in deroga da parte dei presidenti delle regioni, delle province autonome e dei sindaci, in conseguenza dell’adozione di proprie specifiche ordinanze, tranne che in casi di natura eccezionale, legati alla presenza di focolai o ad un grado estremamente elevato di rischio di diffusione del virus e delle relative varianti». Di qui l’appello agli amministratori salernitani: «Gli eventuali provvedimenti in deroga dovranno essere adeguatamente motivati e adottati all’esito di confronto con le competenti autorità sanitarie e in conformità ai principi di adeguatezza e proporzionalità».

Sindaco avvisato, mezzo salvato: scuole aperte. Un’ordinanza non si firma a cuor leggero. Uno dei provvedimenti che più di tutti aveva fatto discutere nel martedì dei primi diktat di chiusura era stato quello adottato dal sindaco di Sarno, l’ex presidente della Provincia Giuseppe Canfora: a fronte d’un indice di contagio in crescita, il primo cittadino della comunità dei Sarrastri aveva decretato la serrata dei plessi di formazione per soli tre giorni. Un diktat in progress , da ridefinire ogni 72 ore. Ieri il “sindaco- medico” ha annunciato «un nuovo piano di rientro a scuola, basato sullo screening epidemiologico e la creazione di un’ulteriore banca dati sul nostro territorio». La road-map ha la forma dei test orofaringei: «Parliamo del ritorno fra i banchi attraverso una precedente operazione che metta in campo i tamponi da effettuare su circa 2mila alunni». Sulla scorta del “modello Salerno”. «Venerdì (domani, ndr ) in sede di Consulta scolastica stabiliremo il calendario».

(c.l.)