SCUOLA»I DUBBI DEI PROF

Ancora poche ore poi, anche a Salerno, potrà considerarsi conclusa la fase di convocazione per i 959 docenti immessi in ruolo negli istituti della provincia grazie alla fase C della Buona Scuola. Sì,...

Ancora poche ore poi, anche a Salerno, potrà considerarsi conclusa la fase di convocazione per i 959 docenti immessi in ruolo negli istituti della provincia grazie alla fase C della Buona Scuola. Sì, perché proprio oggi per gli ex-precari sarà l’ultimo giorno utile designato, dagli uffici del Provveditorato agli Studi di via Monticelli, per scegliere la sede di servizio (una sede, comunque, non definitiva, ma valida fino alla fine dell’anno scolastico) o consegnare, in via telematica, la decisione di restare nella sede attuale, quando si è già titolari di un incarico annuale o supplenza lunga. Tuttavia più si avvicina lo scadere di queste convocazioni e più i dubbi, le ansie, gli interrogativi che affollano la mente dei docenti interessati, fanno temere che qualcosa non vada per il verso giusto e che un errore possa creare danni irreversibili per il loro futuro. E spunta un’altra “mina” lungo il percorso dei precari che stanno entrando in ruolo: l’indennità di preavviso. La multa che deve pagare chi recede unilateralmente dal contratto a tempo determinato per prendere servizio in ruolo ed essere finalmente stabilizzati. «Per il mancato preavviso, l’indennità da corrispondere da parte del lavoratore va calcolata considerando gli anni di servizio. Infatti se questi ultimi non superano i cinque, l’indennità sarà pari a due mensilità di retribuzione – spiega Adele Sica che, dopo anni di sofferta gavetta e supplenze, firma a 45 anni il suo primo contratto a tempo indeterminato – Tra i cinque ed i dieci anni, le mensilità da versare sono tre, che salgono a quattro se gli anni di servizio sono più di dieci, come nella mia situazione. Tuttavia la legge non prevede il caso, non risolto nemmeno dal Ministero, dei supplenti che recedano dal proprio contratto a termine per prendere il ruolo con contratto a tempo indeterminato. Questa ipotesi specifica, infatti, non prevede un nascente contratto con un nuovo datore di lavoro che rimane sempre il Ministero dell’Istruzione. Pertanto, in assenza di chiarimenti del Miur, la necessità del preavviso potrebbe risultare inadatta per i supplenti stabilizzati con contratti a tempo indeterminato».

Insomma, da un lato i docenti che, dopo anni di precariato, potrebbero pagare a caro prezzo il costo del nuovo incarico pur firmando un contratto, di fatto, con lo stesso datore di lavoro che è il Ministero. Dall’altro lato della medaglia le scuole che, dopo aver scelto con cura i propri supplenti (magari anche con incarico annuale), potrebbero ritrovarsi con diverse cattedre vuote perché, quasi mai, l’incarico a tempo determinato del docente coincide con quello di ruolo.

Uno spiraglio, onde evitare di imbattersi in costose ammende, pare comunque esserci. «Gli insegnanti precari che verranno stabilizzati in questi giorni e che sono impiegati in un altro lavoro, sia da dipendenti che da parasubordinati – continua Sica – avranno la possibilità di domandare il rinvio dalla presa di servizio in ruolo. Chi invece decide di interrompere il proprio servizio per accettare un contratto di lavoro a tempo indeterminato, rappresenta una casistica particolare: occorre, inoltre, precisare che la giurisprudenza, in ambito scolastico, considera come datore di lavoro il Ministero dell’Istruzione e non, nella fattispecie, il dirigente scolastico. Il problema non sussiste, invece, per tutti quei docenti che provvederanno a lasciare la supplenza con contratto “fino all’avente diritto”, visto che la Corte di cassazione, ne ha già dichiarato la nullità. Nessun problema nemmeno per tutti gli insegnanti che hanno deciso di completare il proprio incarico di supplenza (fino al 30 giugno o al 31 agosto): questi dovranno prendere servizio il primo giorno utile successivo al termine della supplenza, ovvero, rispettivamente, il primo luglio o il primo settembre 2016, rimandando di fatto l’assegnazione del posto di ruolo di circa un anno».

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