IL FATTO

Scuola e Covid, i genitori: «Applicate la legge, i nostri bambini in classe»

Le voci nel giorno della mobilitazione: «Eco l’anomalia campana»

SALERNO - «Vogliamo solo che si applichi quanto previsto nel Dpcm nazionale, come nelle altre regioni». A chiederlo a gran voce è uno dei referenti del coordinamento “Scuole aperte di Salerno”, Alessandro D’Auria , docente di un istituto superiore ma anche genitore di alunni. D’Auria era come altri presente ieri mattina davanti alla scuola elementare “Matteo Mari” a Torrione, divenuta simbolo dei genitori salernitani che si oppongono alla didattica a distanza e che vogliono far ritornare i loro figli in classe. «Nei gruppi dei genitori aumentano reazioni positive alle nostre richieste dopo che a dicembre molti papà e mamme si erano espressi per riparlare del problema dopo le ferie natalizie – ricorda D’Auria - Oggi il fronte di coloro che vogliono la riapertura della scuola si è allargato notevolmente. Del resto, non vogliamo null’altro che quello che prevede la normativa nazionale, con l’apertura delle scuole dell’infanzia, elementari e medie dal sette di gennaio». E Fabio Cappelletti , imprenditore, afferma: «Quella campana è un’anomalia. Sono aperte tutte le attività e quella più sicura, la scuola, è chiusa. I bambini hanno bisogno di altro e non di un computer. Hanno bisogno di confronto e di una sana competizione tra loro».

Mimma Genzano, imprenditrice, mamma di un alunno in quinta classe, se la prende con i docenti che vogliono fare la didattica a distanza: «Sono stanca di assistere a molti docenti che chiedono la Dad, venendo pagati restando a casa. Devono quantomeno fare la Dad a scuola. Troppo comodo rimanere a casa». Maria Carmela Criscuo- lo è una maestra della Matteo Mari: «C’è una componente della classe docente che sostiene la necessità della frequentazione in presenza. La Dad non può sostituirla. In tutta Italia i bambini vanno a scuola, mentre in Campania subiamo un’ingiustizia che non ha nessun fondamento ». «Il movimento Sì Dad non è nato in nessuna regione italiana se non in Campania e c’è un motivo - afferma D’Auria - Il governatore De Luca , il 14 ottobre, ha fatto un’ordinanza contro ogni logica e razionalità con la quale ha chiuso tutte le scuole. Se un’importante figurazione istituzionale, votata dal 70% degli elettori, dice che la scuola è un pericolo, è passato il messaggio di paura».

(s.d.n.)