«Scuola chiusa, vogliamo gli sgravi fiscali» 

La petizione dei commercianti di Passiano al sindaco: affari crollati dopo la sospensione delle lezioni

Chiedono uno sgravio fiscale i commercianti della frazione di Passiano a due settimane dalla chiusura del plesso scolastico per gravi carenze strutturali e a fronte dell’importante calo delle vendite registrato da quando le mamme non accompagnano più i bambini a scuola.
Una richiesta – quella dei commercianti di Passiano – protocollata, con tanto di raccolta firme in calce, a Palazzo di Città con il supporto del consigliere comunale di opposizione Pasquale Senatore. Ma proprio il coinvolgimento di quest’ultimo ha fatto innescare la polemica, gettando benzina sul fuoco di una situazione già calda viste le difficoltà organizzative per gestire il trasferimento degli alunni e le già precedenti manifestazioni di dissenso che avevano portato proprio i commercianti ad allestire la piazza centrale della frazione con manifesti funebri, lumini e corone di fiori.
Così, a petizione presentata, è stato il consigliere di riferimento della frazione, Luca Narbone, a scagliarsi contro Senatore e la politicizzazione della vicenda. «Apprendo con piacere questo improvviso interessamento di Pasquale Senatore per Passiano, frazione fino a poco tempo fa a lui sconosciuta – commenta piccato Narbone –. È stato consigliere di maggioranza per cinque anni ed è imbarazzante che si svegli solo adesso, quando il problema è stato da noi sollevato e affrontato. Avrei, piuttosto, gradito un cenno di collaborazione da parte sua e avrei accolto ogni singolo consiglio per migliorare i vari disagi. Non posso accettare lo sciacallaggio politico nei confronti del popolo di Passiano e di tutti i cittadini cavesi ma soprattutto non posso accettare che coloro che hanno grandi responsabilità per le inadempienze degli anni passati, offendano l’intelligenza di una frazione intera».
Intanto però la petizione è stata protocollata e rimandata all’attenzione del sindaco Vincenzo Servalli.
Nel testo del documento si legge che, a fronte dei «notevoli danni sia economici che finanziari alle attività commerciali per il venir meno di un grosso bacino di utenza, fino al ripristino dell’immobile e conseguente ripresa delle attività scolastiche, i commercianti chiedono di essere esonerati dal pagamento dei tributi comunali (tari, affissione, insegne, occupazione del suolo pubblico ed altri tributi dovuti per l’esercizio di attività commerciali». Al di là della polemica innescatasi, si attende ora un riscontro da Palazzo di Città. (g. f.)