Scuola, alta tensione per i precari all'Ufficio provinciale di Salerno

Momenti di tensione martedì mattina davanti alla sede dell’Ufficio provinciale. Accesso impedito da uno schieramento di polizia. Alessandro D’Auria: "Mortificate centinaia di persone che hanno giá visto sparire il loro posto di lavoro"

• Mattinata di tensione, ieri, in via Monticelli, a Fuorni, dove, davanti all’Ufficio scolastico provinciale, è esplosa la rabbia dei precari della scuola, innescata da un dispiegamento di polizia ritenuto sproporzionato vista l’entitá della protesta e la sua connotazione del tutto pacifica. «E’ una provocazione - secondo Alessandro D’Auria, portavoce del comitato insegnanti e Ata precari di Salerno - che mortifica la giá disperata situazione in cui versano centinaia di docenti e collaboratori, che in questi ultimi tre anni hanno visto sparire il proprio posto di lavoro».

• L’appuntamento era stato fissato dai manifestanti alle 9.30, ma ben prima dell’orario, l’edificio appariva blindato, con circa trenta agenti del reparto celere della polizia che controllavano chi entrava e chi usciva, attuando anche una sorta di filtro all’ingresso. La loro presenza ha indispettito i precari, giunti in via Monticelli da Salerno e provincia con il solo obiettivo di far sentire, ancora una volta, la propria voce a chi dovrebbe battersi con loro, e non contro di loro per porre fine ai continui tagli alla scuola pubblica. Così, poco dopo le 10 si è giunti allo scontro. La "casa degli insegnanti" - il Provveditorato agli studi - ha però chiuso le porte ai suoi legittimi inquilini e i residenti dei piani alti si sono rifiutati di incontrare chi era nel cortile, sotto un sole che contribuiva a rendere il clima incandescente. I precari chiedevano solo di poter tenere l’assemblea che avevano indetto nell’atrio dell’edificio e non nel cortile, come poi è stato. Ma la richiesta non è stata accolta: accedere agli uffici è stato, per tutta la mattinata, vietato ai manifestanti e ai rappresentanti dei Cobas.

• Solo a loro, però: altri sindacalisti hanno avuto libero accesso alla struttura, fatto, questo, che non ha fatto altro che inasprire gli animi: «I grandi sindacati ci hanno venduto al Governo», ha urlato a squarcia gola Manuela Franco, docente precaria da 16 anni che si è vista obbligata a chiedere Genova come destinazione per non rischiare di rimanere a casa, quando ha visto esponenti della Cisl, della Gilda e della Uil fare capolino dall’ingresso sbarrato.

• Quella degli insegnanti non era, però, l’unica voce di rabbia che si sentiva ieri mattina in via Monticelli: al presidio hanno preso parte anche tanti collaboratori scolastici, tecnici e dipendenti amministrativi - capeggiati da Armando Battipaglia - i più colpiti dai tagli di quest’anno. Antonietta Coppola, Ata disoccupata dal 2008, ha denunciato la disparitá tra i posti destinati ai dipendenti pubblici in graduatoria, in continua diminuzione per via dei tagli del Governo - che quest’anno, nella provincia di Salerno, ammontano a circa 120 unitá - e quelli accantonati per gli ex Lsu e per i Co.co.pro. che rimangono, di anno in anno invariati: «Un’ingiustizia che trae origine dal clientelismo delle cooperative».
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