Scossa a Sarno, evacuati tre istituti scolastici

SARNO. Una scossa di terremoto ha messo in allerta ieri mattina le frazioni di Episcopio e Foce: evacuati il liceo scientifico, l’istituto agrario e le scuole elementari. Poco dopo le 12, un boato ed un movimento sussultorio hanno fatto tremare banchi, cattedre e finestre. Dopo aver temuto lo scoppio di un ordigno, alunni e insegnanti hanno seguito le manovre di evacuazione previste dal piano di sicurezza e si sono ritrovati nei piazzali antistanti gli istituti.

Gli studenti della sezione distaccata del liceo scientifico “Tito Lucrezio Caro”, a Episcopio, dopo aver atteso circa un’ora, guidati dal preside sono rientrati nelle aule per riprendere gli effetti personali ed attendere il normale orario di uscita. «Un’esercitazione andata bene», così i docenti hanno commentato quanto accaduto a freddo e dopo il grande spavento per il boato avvertito. La scossa di terremoto sembra sia stata avvertita anche da altri cittadini: si tratterebbe di un riflesso di una scossa registrata ieri mattina a Lauro, in provincia di Avellino, di magnitudo 2.3. La scossa sarebbe stata avvertita a Sarno per pochi secondi, ma in maniera molto intensa.

Pochi minuti dopo la scossa, oltre alle misure precauzionali adottate da ciascun istituto, è stata subito messa in azione la macchina dei soccorsi. Polizia municipale, protezione civile e forze dell’ordine sono accorse sul luogo per dare il loro supporto. Intanto l'assessore Vincenzo Salerno, che ha coordinato le operazioni, ha dato anche mandato ai tecnici della protezione civile comunale di effettuare un controllo alle vasche di contenimento e ai canaloni, per scongiurare ultriori dubbi su possibili smottamenti. La situazione è risultata però sotto controllo.

Scartata dunque ogni ipotesi della presenza di un ordigno, montata sulla scia delle notizie dalla Francia. Scongiurata anche l’ipotesi dello scoppio di una tubatura del gas. Si è trattato di una scossa di terremoto avvertita a Episcopio e a Foce. La situazione è comunque tornata rapidamente alla normalità.

Maria Manzo

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