Salerno

Scontro Comune-Curia. Moretti: «Rispetto dei ruoli»

Il portavoce del vescovo scrive una nota dopo la defezione all’omaggio floreale. «Non si possono ridurre i festeggiamenti per il patrono alla sola processione»

SALERNO. Armonizzare le iniziative «per evitare spiacevoli sovrapposizioni». La Curia di Salerno ritorna sulle ultime vicende che hanno caratterizzato le celebrazioni in onore di San Matteo e, in particolare, sulla diatriba in atto con l’amministrazione comunale. Monsignor Luigi Moretti affida il suo pensiero a una nota redatta dal portavoce, don Alfonso D’Alessio. E lo fa per evitare che vengano attribuite all’arcivescovo volontà che non ha mai avuto in merito all’organizzazione dei festeggiamenti per il patrono. Un chiarimento che arriva all’indomani dell’assenza dei rappresentanti istituzionali alla cerimonia dell’omaggio floreale in piazza Flavio Gioia.

Un’assenza che non è passata inosservata, nonostante il tentativo del sindaco Vincenzo Napoli di far passare la decisione di disertare l’appuntamento come un fatto senza alcun valore dal momento che il Comune era rappresentato dal gonfalone.

Senza mai citare l’ente locale, la nota del portavoce di Moretti chiarisce: «Appare utile precisare che monsignor Moretti ha richiamato ripetutamente solo l’esigenza di qualificare e rispettare la natura propria delle singole celebrazioni religiose e non di ridurre i festeggiamenti esclusivamente a tali celebrazioni». Scendendo nel caso specifico, nessuna deroga a quella che è la natura della processione e, quindi, niente visita della statua di San Matteo in Municipio. Del resto, come chiarisce il messaggio del vescovo, non è la processione l’unica celebrazione che caratterizza la festa del patrono. Peccato, insomma, che gli amministratori comunali non abbiano voluto cogliere l’opportunità offerta dalla cerimonia dell’omaggio floreale che quest’anno prevedeva anche che i rappresentanti istituzionali prendessero la parola. Nonostante ciò, Moretti ribadisce il proprio rispetto per «l’autonomia e la responsabilità delle Istituzioni a definire le modalità su come contribuire alla qualificazione del profondo legame che esiste non solo tra il Santo e la comunità ecclesiale, ma pure con la comunità civile».

leggi anche: Roberto e Piero De Luca, figli di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania Salerno? No, ormai è Città del Capo (dei capi) A questo punto manca solo l’ultimo atto: il cambio di nome, da Salerno a Città del Capo (dei capi). L’assolutismo, in questa fase dell’anno XXIII dell’era di Vincenzo De Luca, sta volgendo ormai verso il delirio di onnipotenza: all’interno del Palazzo e anche fuori, al motto di “non avrete altro Capo all’infuori di me”

Un messaggio, quello dell’arcivescovo, che tenta di evitare ulteriori strappi, pur ribadendo con fermezza la necessità di non snaturare le celebrazioni. In tale prospettiva rientra anche la mano tesa proprio da Moretti, con la proposta di tenere una celebrazione in Comune la sera della vigilia di San Matteo, magari dopo la recita dei Vespri quando, per la Chiesa, è già iniziato il giorno festivo.

Se tutto questo basterà a ristabilire un rapporto più sereno con l’amministrazione comunale lo si capirà mercoledì prossimo, giorno della festa del patrono di Salerno, in occasione del solenne pontificale: una celebrazione alla quale – nonostante i rapporti freddi con l’arcivescovo – è stato quasi sempre presente Vincenzo De Luca quando era sindaco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA