LA DECISIONE

Scontri prima di Paganese-Casertana, liberato anche Sessa

Annullati i domiciliari per il tifoso coinvolto con i fratelli nell’inchiesta

PAGANI - Tafferugli tra supporter di Paganese e Casertana, sostanzialmente divisi in due momenti i fatti del 22 gennaio scorso ed alcuni indagati sono stati liberati dagli arresti domiciliari.
Il Tribunale del Riesame ha considerato distinti il momento dell’assedio al pullman dei sostenitori Casertani da parte dei tifosi della Paganese con conseguente rissa tra le due tifoserie e la sassaiola nei pressi di un condominio di via Sorvello. A questo secondo caso non avrebbero partecipato i fratelli Gaetano, Vincenzo e Giovanni Sessa, che avrebbero solo lanciato le pietre contro i tifosi casertani, probabilmente in risposta di quelli scagliati all’incontrario. Già il Gip aveva liberato Giovanni Sessa, assistito dall’avvocato Bonaventura Carrara, il fratello Gaetano, difeso dallo stesso legale, è stato invece liberato dal tribunale del Riesame e Vincenzo Sessa, di cui è avvocato Antonio De Donato, è stato sottoposto al solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, liberandolo dai domiciliari. Per loro è rimasta solo l’ipotesi del lancio di pietre e sono cadute quelle di rissa e devastazione ed altre condotte ipotizzate per non aver partecipato ai disordini alla rotatoria tra via Sorvello e via San Domenico di Pagani e via Ugo Foscolo di Sant’Egidio del Monte Albino, dove fu anche incendiato il pullman dei tifosi casertani, con danneggiamento di uno stabile che è proprio sull’incrocio. Di questa tranche fa parte anche Carmine Trapani, di Sant’Egidio del Monte Albino, difeso dall’avvocato Raffaele Giorgio, liberato già dal gip.
Respinto il ricorso presentato dal 35enne paganese Frangiosè Piccolo, assistito dall’avvocato Guglielmo Guarracino, mentre ritirati i ricorsi per il 31enne Gennaro Russo e il 34enne Rosario Russo di Pagani, difesi dallo stesso legale. Respinti anche i ricorsi del 39enne paganese Salvatore Clemente Paolillo, assistito sempre dall’avvocato Carrara, e quelli di Francesco Veneziano e Attilio Campitiello, entrambi di Pagani. Altri indagati hanno beneficiato di un’autorizzazione ad andare a lavoro o perché liberati dal Gip e quindi hanno rinunciato o non presentato il ricorso al Riesame.

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