Sconti inutili, le vendite colano a picco

Per fine anno previste nuove chiusure. Via alcune catene e negozi “storici”. Sfiducia tra gli esercenti: «Pochi clienti»

Tanta gente in giro, ma le casse degli esercizi commerciali restano vuote. O quasi. Per qualcuno è colpa della crisi, qualcun altro addita il clima primaverile che avrebbe finora funto da deterrente rispetto all’acquisto di capi di abbigliamento e calzature prettamente invernali. In molti guardano con sospetto Luci d’Artista ed i disagi legati al traffico ed alla carenza dei parcheggi. Fatto sta che basta fare una passeggiata sul centralissimo corso Vittorio Emanuele per accorgersi che la maggior parte delle attività commerciali espone in vetrina - e già da diverse settimane - l’annuncio di svendite, liquidazioni o di sconti altissimi, che vanno dal 50 al 70 per cento. «Molti a fine anno chiuderanno - ha sottolineato Antonio Ventre de I Mercanti del centro storico - Qualcun altro sta vivendo un momento di grande difficoltà e tenta di svuotare i depositi. Il problema è che in questo settore c’è ormai una anarchia totale e nessuno controlla. A questo punto neppure i saldi hanno ragione di esistere». Perchè il 2 gennaio, difficilmente la scontistica sarà ulteriormente ritoccata. Ma nonostante i ribassi anticipati, la situazione è drammatica: «Nel settore della biancheria, rispetto all’anno scorso abbiamo registrato un meno venti per cento - ha continuato Ventre - La situazione più pesante è quella che vivono le gioiellerie, perchè in tempo di crisi, dei beni di lusso si fa a meno. In questo le Luci ci hanno messo lo zampino: chi deve comprare un gioiello non si ritira a casa in bus o in metro. E siccome è impossibilitato a raggiungere il centro con la macchina, desiste o va altrove». Anche diverse pizzerie, ha sottolineato l’esponente del commercio del centro storico, lamentano un calo negli affari: «Il sabato e la domenica scoppiano, ma durante la settimana Salerno è deserta. Non c’è un’anima in giro, forse perchè i salernitani temono il traffico e preferiscono restare a casa». Non nega la crisi, ma è fiducioso nel futuro, il rappresentante della Confcommercio Sabatino Senatore: «Per quanto ci riguarda, credo che il calo negli affari sia quantificabile in un meno dieci per cento. Le persone hanno difficoltà. Anche chi deve fare i regali natalizi si orienta su oggetti simbolici come una sciarpa. Più di venti euro non spendono. Quanto agli sconti anticipati io sono rigoroso - ha spiegato - e credo che solo una seria politica del commercio venga premiata. I clienti sanno subdorare la truffa. Piuttosto mi piace guardare oltre. Salerno è cresciuta anche grazie a Luci d’Artista. E’ evidente che servono dei correttivi per evitare gli ingorghi del week end, come abbiamo sempre sostenuto. Ma non credo che sia giusto demonizzare un evento che contribuisce a movimentare la nostra città. Da gennaio come Confcommercio ci rimboccheremo le maniche per presentare un piano commerciale serio, che deve muovere i primi passi dall’istituzione di un osservatorio sul commercio. Dobbiamo imparare a crescere anche noi imprenditori, per poter realmente rilanciare l’economia della città». E’ invece pessimista Patrizia Caputo del Consorzio Torrione, anche perchè nella zona orientale il calo nelle vendite è stato «di oltre il cinquanta per cento rispetto al già tragico anno precedente - ha chiarito - C’è molto movimento in giro, ma nessuno acquista. E a conferma della crisi, ci sono proprio le scontistiche di quelle catene che avevano investito a Salerno e stanno per andare via, insieme a storiche attività imprenditoriali locali».

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