il blitz

Scommesse, 50 arresti. In manette i paganesi Califano e l'ebolitano Ciccarone. Nelle intercettazioni spunta Lotito: "È un ricattatore"

Vasta operazione della Polizia in numerose regioni, la Procura di Catanzaro indaga su una rete di associati tra Lega Pro e serie D. In manette anche Mario Moxedano e due ex calciatori dell'Ebolitana: Astarita e Izzo. E nelle intercettazioni telefoniche spuntano i nomi di Galliani, della Infront e del patron di Lazio e Salernitana (che risultano non indagati). Tra le partite sospette anche Vigor Lamezia-Paganese

CATANZARO. Vasta operazione della polizia di Stato contro il calcio-scommesse. Sono oltre 70 gli indagati e 50 i fermi emessi dai magistrati di Catanzaro. Gli agenti della polizia hanno eseguito arresti e perquisizioni in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia. Le indagini della Squadra mobile di Catanzaro avrebbero accertato decine di combine di partite di calcio dei campionati in corso di Lega Pro e Serie D. L’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro ha scoperto una rete di associati, fra calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi, che coinvolgerebbe oltre 30 squadre.Tra gli arrestati ci sono personaggi vicini al calcio salernitano: il presidente e il direttore sportivo del Neapolis, Mario Moxedano e l'ebolitano Antonio Ciccarone, il direttore sportivo del Monza, il paganese Gianni Califano, e il padre Bruno, e i calciatori Raffaele Moxedano, Neapolis, figlio di Mario, Salvatore Astarita (ex Ebolitana e Sapri, oltre che dell’Akragas), e Pasquale Izzo (ex Ebolitana e Puteolana). Nelle intercettazioni spunta anche il nome di Claudio Lotito, patron della Salernitana, defino un «ricattatore» e collegato ad Adriano Galliani e alla Infront, società che gestisce i diritti televisivi in serie A.

[[(standard.Article) Calcioscommesse, 50 fermi in tutta Italia]]

Ecco chi è stato arrestato. Questi i nomi di tutti i cinquanta arrestati: Antonio Ciccarone,  42 anni, direttore sportivo del Neapolis;  Mario Moxedano,  61, Presidente del Neapolis; Francesco Molino, 35, direttore sportivo del Comprensorio Montalto Uffugo; Antonio Palermo, 48, dirigente del Comprensorio Montalto Uffugo; Raffaele Moxedano, 30, figlio di Mario e calciatore del Neapolis; Pasquale Izzo, 33, calciatore della Puteolana ed ex Ebolitana; Emanuele Marzocchi, 31, calciatore della Puteolana; Salvatore Astarita, 32, ex calciatore di Ebolitana, Sapri ed Akragas; Savino Daleno , 40, ex calciatore e consulente di mercato del Brindisi; Antonio Flora, 69, presidente del Brindisi; Giorgio Flora, 33, vicepresidente del Brindisi; Vito Morisco, 45, direttore generale del Brindisi; Ercole Di Nicola, 38, direttore sportivo de L’Aquila; Vincenzo Nucifora, 70, ex direttore sportivo della Torres; Fabio Di Lauro, 40, ex calciatore e imprenditore; Aleksander Brdanin, sloveno, 34, finanziatore di combine; Uros Milosavljevic, sloveno, 33, finanziatore di combine; Milan Jovicic, serbo, 43, finanziatore di combine; Daniele Ciardi, 41, magazziniere del Santarcangelo; Enrico Malvisi, 43, imprenditore e scommettitore; Marco Guidone, 29, calciatore del Santarcangelo; Francis Obeng, ghanese, 29, calciatore del Santarcangelo; Mohamed Lamine Traorè, guineano, 24, calciatore del Santarcangelo; Giacomo Ridolfi,  21, calciatore del Santarcangelo; Mauro Ulizio, 48, ex direttore generale del Monza ed ex socio, occulto, e direttore generale “di fatto” della Pro Patria; Massimiliano Carluccio,34, socio occulto e dirigente “di fatto” della Pro Patria; Marcello Solazzo, 32, uomo di fiducia di Carluccio; Andrea Ulizio, 21, figlio di Mauro, calciatore del San Marino ed ex del Pro Patria; Ala Timosenco, moldava,41, legata a Fabio Di Lauro e intermediaria/traduttrice con i serbi; Erikson Aruci, 25,  collaboratore di Fabio Di Lauro e legato ad Andrea Ulizio; Adolfo Gerolino, 25,  ex calciatore della Pro Patria; Vincenzo Melillo, 29, calciatore della Pro Patria; Marco Tosi, 55, ex allenatore della Pro Patria; Stefano Benini, 35, uomo di fiducia di Carluccio; Alberto Scarnà, 42, sovrintendente della Polizia di Stato e uomo di fiducia di Fabio Di Lauro; Maurizio Antonio Pagniello detto “Morris”, australiano, 38, ex calciatore ed ex presidente del Trento 1921; Ioana Dan detta “Bianca”, romena 23, interprete al servizio di Mauro Ulizio; Raffaele Pietanza, 34, uomo di fiducia di Carluccio e Solazzo; Diego De Palma, 40, imprenditore, co-finanziatore di combine e uomo di fiducia di Fabio Di Lauro; Raffaele  Poggi, 62, co-finanziatore di combine e uomo di fiducia di Enrico Malvisi; Edmond Nerjaku, albanese, 42, imprenditore, finanziatore di combine e scommettitore; Gianni Califano, paganese , 44, direttore sportivo del Monza; Bruno Califano, paganese, 74, padre di Gianni; Massimo Cenni, 38; Ninni Corda, 41, allenatore del Barletta;  Fabrizio Maglia, 48, direttore sportivo della Vigor Lamezia; Felice Bellini, 39, ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia; Robert Farrugia, maltese, 45, finanziatore di combine; Adrian Farrugia,  34, finanziatore di combines; Sebastiano La Ferla, 44, uomo di fiducia di Felice Bellini.

Il giro di scommesse su Lega Pro e Dilettanti. Il provvedimento di fermo, di oltre 1000 pagine, delinea una rete di personaggi, appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, rispettivamente attive nella combine di incontri dei campionati di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, capaci di alterare risultati e investire danaro nel connesso "giro di scommesse" in Italia e all’estero. Perquisizioni e arresti hanno riguardato anche sedi di club calcistici. Investigatori della Squadra Mobile di Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo hanno operato, oltre che a Catanzaro, anche a Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona. Fra i destinatari del fermo, risultano personaggi stranieri. Per alcuni indagati vengono contestate anche le aggravanti mafiose e transnazionali. Fra questi un membro della cosca Iannazzo, potente clan della ’ndrangheta lametina. Risulta coinvolto anche un poliziotto. Arresti e perquisizioni riguardano dirigenti, allenatori e calciatori di squadre di Lega Pro e Lega D.

Le squadre coinvolte: c'è anche la Paganese. Questo l’elenco delle 33 società coinvolte nell’operazione Dirty Soccer: in Lega proAversa Normanna, Barletta, Bassano, Catanzaro, Cremonese, Grosseto, Juve Stabia, L’Aquila, Lupa Roma, Monza,Paganese, Pavia, Prato, Pisa, Pro Patria, Santarcangelo, Savona, Torres, Tuttocuoio, Vigor Lamezia; in Serie D Akragas, Brindisi, Due Torri, Fidelis Andria, Frattese, Hinterreggio, Monopoli, Montalto, Neapolis Mugnano, Pomigliano, Puteolana, San Severo, Sorrento. La Paganese è coinvolta per la gara con il Vigor Lamezia

Le intercettazioni: "Lotito è un ricattatore". Il patron della Salernitana viene chiamato in causa in una intercettazione. «Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti...in mano a Lotito, che li ricatta», dice Vittorio Galigani, ex ds di diverse squadre dalla serie A alla C e oggi editorialista della rivista on line TuttoLegaPro.com, al telefono con il direttore sportivo de L'Aquila Ercole Di Nicola. La telefonata è del 15 gennaio scorso, lo stesso giorno in cui Galigani (che non risulta indagato) aveva pubblicato sul sito TuttoLegaPro.com un editoriale in cui, scrivono gli inquirenti, «lamentava una diffusa quanto generale atmosfera di prevaricazione e malaffare imperante in seno agli organi di potere della Lega Pro». Concetti che l'uomo ribadisce nella telefonata con il Ds de L'Aquila Ercole Di Nicola (arrestato), lo stesso che, dicono sempre gli investigatori «si atteggiava a uomo di calcio ligio alle regole» quando in realtà era «capace di combinare incontri di calcio senza remore e senza scrupoli». «I due conversano a lungo e il Galigani - si legge negli atti dell'inchiesta - dava prova di quanto radicato fosse il malcostume nelle stanze del calcio professionistico italiano».

Le frasi su Lotito. Ecco il passaggio della telefonata riguardante il presidente della Figc, Lotito e Macalli (nessuno è indagato).
- Di Nicola: «Ho visto il tuo editoriale su tutto Lega Pro...hai attaccato Lotito a tutto andare!»
- Galigani: «No no ma deve andare a casa deve andare...racconto storie vere, non è che racconto favole... Lotito ha rotto i coglioni...il motivo del dissidio è  Lotito, non è Ma...Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti in mano alle...come si dice...si in mano a Lotito, che li ricatta, c'è pure che lui pensa che aveva diritto di fare il vicepresidente».
- Di Nicola: «Eh»
- Galigani: «In Federcalcio, se lui lascia la sua poltrona a Macalli, c'è un motivo, se lui perde...una cosa che molti non hanno compreso..questa maggioranza della Lega, della Federcalcio, esiste in funzione del 17% della Lega Pro, se lui perde il 17% della Lega Pro salta tutta la Federcalcio...la sua stanzetta che ha lassù al quinto piano di via Allegri, lo cacciano».

Lotito, Galliani e la Infront. Il patron di Lazio e Salernitana è citato anche in un'altra intercettazione in cui sono citate anche la Infront e Galliani. A collegare l'amministratore delegato del Milan e la società leader in Italia nella gestione dei diritti sportivi è sempre Vittorio Caligani al telefono con il direttore sportivo de L'Aquila Ercole Di Nicola. Il riferimento a Galliani ed Infront è nella stessa telefonata, contenuta negli atti dell'inchiesta di Catanzaro, in cui i due parlano della presunta influenza del presidente della Lazio Claudio Lotito sul presidente della Figc Carlo Tavecchio e su Macalli. «Dimmi una cosa - chiede al suo interlocutore Di Nicola - lui (Lotito, ndr) è proprietario di Lazio, Salernitana, Bari e Brescia?». «Lui adesso - risponde Galigani - con Infront insieme a Galliani, che è un paraculo Galliani, hanno preso anche il Brescia. Infront è Galliani. Infront è Galliani!». «Quindi - chiosa Di Nicola - Lazio, Salernitana, Brescia e Bari!».