«Scommessa dove si è nati» 

Valeria Masturzi: un nuovo sistema con questi ragazzi

SALERNO. «Resto al Sud non vuol dire rimanere in maniera passiva, ma credere e voler fare qualcosa di concreto per il territorio e il suo rilancio». È questo l’input ai giovani imprenditori che arriva da Valeria Masturzi, direttrice d’area Salerno nord del Banco di Napoli, gruppo Intesa San Paolo. Impegnata prima a Salerno, poi a Sarno con alcune delle tappe del road show informativo, fa il punto sulle opportunità che si prospettano per i giovani imprenditori meridionali che vogliono puntare sul proprio territorio.
«Il nostro impegno - sottolinea - è creare le basi per la crescita del sistema economico meridionale attraverso questi ragazzi». Intesa Sanpaolo è stata tra le prime banche a firmare la convenzione con Invitalia e Abi.
Con quali obiettivi avete sottoscritto il vostro impegno per Resto al Sud?
Intesa Sanpaolo attraverso il Banco di Napoli, ha aderito con convinzione all’iniziativa perché risulta strettamente sinergica alle proprie attività, da tempo avviate, per il sostegno dell’imprenditoria giovanile e dell’innovazione in quanto strategiche per la competitività del sistema economico meridionale. Il nostro obiettivo è far in modo che questa misura venga conosciuta da tutti e, in questo senso, vanno i nostri road show, anche per poter cogliere i settori in maggiore espansione e che possono costituire una prospettiva di sviluppo.
Perché scommettere sui giovani imprenditori del Sud?
L’imprenditoria giovanile è un settore che presenta una vitalità forte. È stato stimato che un aumento del 10% della quota dei giovani imprenditori produrrebbe addirittura un aumento della produttività pro capite per lavoratore pari allo 0,20%. Ed è questa la ragione della nostra sensibilità rispetto a questa iniziativa: creare le basi per la crescita del sistema economico meridionale attraverso questi ragazzi. Quasi tutte le regioni del Mezzogiorno presentano una quota percentuale di imprese giovanili, sul totale di quelle attive nel territorio, maggiore rispetto alle altre regioni italiane. E quasi tutte, ad eccezione dell’Abruzzo presentano una percentuale di imprese giovanili superiore al dato medio nazionale che è il 10,07%.
Che consigli date ai futuri imprenditori?
Nei road show abbiamo evidenziato i risultati elaborati dal Centro studi del gruppo e possiamo considerare ancora il manifatturiero come trainante con i dettagli dell’abbigliamento e dell’agroalimentare. Ma nel corso del 2017 abbiamo evidenziato il crescente interesse rispetto allo sviluppo del turismo. Ovviamente precisiamo anche che è indispensabile che l’idea d’impresa sia supportata da un progetto e soprattutto l’importanza di avere una passione forte nel voler scoprire il territorio. Resto al Sud non vuol dire rimanere in maniera passiva, ma credere e voler fare qualcosa di concreto per il territorio e il rilancio, anche ritornando ai settori tradizionali.
Avete già ammesso dei finanziamenti?
Siamo in fase di valutazione di alcune pratiche che sono arrivate e abbiamo già incominciato a chiudere delle delibere in chiave positiva. E la tangibilità del nostro impegno è riscontrabile nell’aver fissato per primi un tasso del 2%. L’auspicio, ora, è che le iniziative che saranno presentate seguano il più possibile la logica dell’innovazione applicata sugli assi portanti del sistema economico meridionale. L’imprenditoria giovanile c’è e anche l’interesse per l'inizitiva. Per questo, con il direttore generale, Francesco Guido, abbiamo in animo di continuare con la divulgazione. Non ci fermeremo. (el. te.)
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