LA PROTESTA

Sciopero scuola l'8 gennaio, oltre 150 maestre a rischio nel Salernitano

Molte docenti dell’asilo e delle elementari si asterranno dal lavoro

SALERNO - Anche nel Salernitano, come nel resto d’Italia, il rientro tra i banchi, dopo le vacanze natalizie, per la scuola dell’infanzia e la Primaria, sarà caratterizzato da una giornata di sciopero. L’8 gennaio, infatti, molte docenti dell’asilo e delle elementari si asterranno dal lavoro per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, ha respinto dalle graduatorie ad esaurimento (Gae), il canale per ottenere il posto di ruolo, i diplomati magistrali con titolo conseguito entro il 2001-2002.

In totale si tratta di 43 mila 600 maestri, di cui 5 mila nel frattempo già assunti a tempo indeterminato: precari storici, ma anche diplomati che hanno deciso di rispolverare il vecchio titolo senza aver mai messo piede in una scuola in questi anni.

A Salerno e in provincia sono sull’orlo del baratro 150 maestri precari, m a il numero potrebbe crescere se si considera anche chi è riuscito ad entrare in ruolo, avendo come titolo non la laurea ma il diploma. E anche in città sono previste delle manifestazioni e sit in dinanzi al Provveditorato. La sentenza viene definita dal Cobas scuola «ingiusta, spietata e intollerabile, che gioca con la vita di decine di migliaia di lavoratori».

«Così come è insopportabile - aggiunge il sindacato - che il Miur e il Governo non abbiano voluto risolvere un problema serissimo non solo per i lavoratori coinvolti m a per tutta la scuola italiana che di questi docenti non può assolutamente fare a meno. Guai, dunque, se ci fossero da parte del Miur, utilizzando questa assurda sentenza, passi sciaguratamente avventati durante l’anno in corso, che dovessero far saltare la continuità didattica per migliaia di alunni e i posti di lavoro per migliaia di docenti».

A detta del Cobas, infine, «se i tribunali dovessero far decadere tutte le supplenze e le immissioni in ruolo, la scuola primaria e quella dell’infanzia entrerebbero in un caos totale. Il problema è politico: è intollerabile che i diritti dei lavoratori vengano vanificati dai tribunali».

(g.d.s.)