“Scheletro” via Domodossola venduto all’asta: ora si riparte 

Lavori dal 2009 mai finiti, immobile costruito nonostante quattro no del Comune È nelle mani del costruttore Lanzetta. L’obiettivo è un centro direzionale

L’incompiuta si farà. Il Tribunale di Salerno ha venduto lo scheletro di via Domodossola, finito sotto sequestro nel 2010. E ora ci si prepara a riaprire il cantiere che da poco meno d’un decennio ospita la costruzione mai realizzata. Un centro direzionale su nove livelli: negozi e uffici accanto alla villetta comunale “Ezio Maria Longo”. Un’opera che s’arenò nei pantani della burocrazia e della giustizia: il sequestro clamoroso e la ripartenza silenziosa. Alla fine il terreno lo ha acquistato Adalgisa Rinaldi, 77 anni, di Battipaglia, moglie dell’imprenditore Gennaro Lanzetta. E lo ha preso partecipando a un’asta giudiziaria: l’immobile era stato pignorato alla Sian srl, l’azienda salernitana che aveva avviato i lavori e che poi è finita nelle maglie della curatela fallimentare. E il Tribunale lo ha messo in vendita a 790mila euro: la cessione poco meno d’un anno fa, ma in città non se n’era accorto nessuno. Eppure, ai tempi del rilascio del permesso a costruire, molti battipagliesi s’erano inalberati: c’era chi contestava la realizzazione di un’opera eccessivamente impattante a ridosso dei giardini comunali. Nel corso degli anni, a Palazzo di Città, i tecnici avevano negato per quattro volte la concessione edilizia. Poi a febbraio del 2008 era intervenuto il commissario ad acta, che aveva decretato il rilascio del permesso agli eredi De Biase e alla Sian e a maggio 2009 erano iniziati i lavori.
Il progetto, a firma dell’architetto Bruno Di Cunzolo, prevedeva un piano interrato, otto livelli fuori terra, il terrazzo di copertura e un torrino sul vano scale. Un centro direzionale, come previsto dalla licenza. S’intravede poco di tutto ciò nel fabbricato che è stato innalzato e che da anni è allo stato grezzo, esposto alle intemperie e al degrado: a settembre del 2010, infatti, su ordine della Procura di Salerno, che aveva aperto un’indagine, gli ufficiali della polizia giudiziaria e i carabinieri della compagnia di Battipaglia avevano sottoposto il palazzo a sequestro preventivo ravvisando un vizio di legittimità nella concessione edilizia. Un verbale di sequestro che non è stato mai trascritto.
E adesso si riparte: il gruppo imprenditoriale che ha rilevato il cantiere avrebbe già infittito i contatti con le ditte edili per ultimare l’opera. Da sempre lo scheletro di via Domodossola divide l’opinione pubblica: su “Sei di Battipaglia… il vero”, un gruppo Facebook che raduna virtualmente gli utenti cittadini, si è subito acceso un dibattito sulle numerose incompiute presenti in centro: da una parte c’è chi spera che lo scheletro della cittadella direzionale sia raso al suolo mentre, dall’altro lato, c’è chi auspica una celere ultimazione dell’opera.
Carmine Landi
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