PARCHEGGIATORI ABUSIVI

Scatta la solidarietà anche per Marittiello 

I residenti del centro storico si sono mobilitati e raccolgono firme

SALERNO. Parcheggiatore abusivo sì, ma spietato estorsore proprio no. Dopo Aniello Candela scatta la solidarietà per un secondo parcheggiatore abusivo fino nel blitz dei carabinieri all’inizio del mesi. Questa volta è il centro storico – e non solo – a mobilitarsi per Mario Esposito. Per Marittiello, così lo chiamano amici e conoscenti, 50 anni, attualmente ai domiciliari e addetto alla gestione illecita della sosta su via Roma (dall’angolo di via Duomo fino alla chiesa di santa Lucia) cittadini e commercianti stanno raccogliendo le firme tra chi lo ricorda e può testimoniare la sua estraneità al reato che gli viene contestato. L’iniziativa è partita da alcuni membri della parrocchia di Santa Lucia, molti dei quali gli affidavano l’auto per andare a messa la domenica. In tanti hanno contatto l’avvocato dell’indagato, e si sono fatti spiegare in che modo potevano intervenire per scagionare Mario dai reati più gravi. La raccolta di firme è stata subito condivisa e supportata dai residenti della zona e dal Comitato centro storico. «L’immagine dell’estorsore non rispecchia affatto i modi di Mario – ribadiscono alcuni appartenenti alla parrocchia – faceva il parcheggiatore abusivo in zona da almeno venti anni, è sempre stato gentile, non ha mai imposto a nessuno di pagarlo e si arrangiava come poteva. Non vogliamo giustificarlo come abusivo, ma non crediamo giusto che sia accomunato a degli estorsori». Mario Esposito era, come si legge sul foglio dove si raccolgono le firme, “parcheggiatore abusivo per necessità”, ma non certo un violento come altri coinvolti nell’inchiesta. Maritiello, insomma, era, per chi frequenta la zona, una sorta di istituzione. «Era riuscito a crearsi una sorta di funzione sociale: aiutava i vecchietti ad attraversare la strada e riusciva a stabilire un certo ordine nel caos dei parcheggi», sottolinea anche il presidente del Comitato centro storico, Ermanno Minoliti. «È sempre stato gentile con tutti – continua – e anche quando ebbe il Daspo, gli consigliai, per un po’ di allontanarsi dalla zona, ma lui non aveva altro modo per sostentarsi. Non siamo certo a favore dei parcheggiatori abusivi, ma vorremmo che i magistrati rivedessero le decisioni prese su una persona pacata, mai invadente o pressante». Chi volesse sottoscrivere la raccolta firme potrà farlo entro il 27 luglio al negozio Ventre, da Matteo il barbiere o rivolgendosi al Comitato centro storico. Nel dettaglio, per attestare l’autenticità della sottoscrizione a questa sorta di testimonianza collettiva, è necessario allegare anche una copia fronte retro della carta di identità. Per oggi, inoltre è prevista una campagna massiccia vicolo per vicolo. «Non vogliamo certo mettere in discussione il lavoro dei magistrati che è stato importante e ha risposto a un disagio che condividiamo, anzi ben venga la pulizia, ma Mario è qui da decenni – precisa Antonio Ventre, titolare del negozio di via Duomo – e non ha mai imposto nessuna somma né ai residenti e nemmeno ai commercianti. Chiedeva semplicemente qualcosa a piacere e, spesso, conoscendoci, nemmeno quello voleva. Certe volte ho dovuto inseguirlo per lasciargli 50 centesimi o un euro perché non li voleva. In tanti gli lasciavamo addirittura la macchina con le chiavi all’interno nel caso avesse avuto necessità di spostarla. E se si accorgeva – continua Ventre – che qualcuno aveva già pagato il parcheggio comunale non si permetteva assolutamente di pretendere un doppio pagamento, così come è risultato per altri personaggi coinvolti nell’indagine. Insomma «è una persona educata che fa un lavoro illecito, ma perché non ha alternative». Eppure Mario si era rivolto più volte agli uffici sociali per chiedere una mano. Sposato, padre di un figlio, anche dopo il Daspo Mario si è sempre sentito in prigione. A chi lo incontrava diceva: «Non posso uscire di casa. Ma io abito qui, e anche se non faccio niente, non posso non frequentare questa strada».

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