«Scarsa attenzione ai diritti dei detenuti» Giudici sotto accusa

Camera penale e Radicali contro il Tribunale di sorveglianza «Ritardi inaccettabili su lavoro e scarcerazione anticipata»

«Per il Tribunale di sorveglianza di Salerno è come se certi istituti giuridici non esistessero. Ci sono istanze che gli avvocati neanche presentano più, perché sanno che non saranno mai accolte». È un affondo durissimo quello della Camera penale, che dopo anni di lamentele in ordine sparso scende in campo con una presa di posizione ufficiale e chiede al presidente dell’organo giudiziario di prendere in mano le redini del problema e convocare un incontro tra magistrati di sorveglianza, avvocatura, direzione del carcere, procura generale. Ad annunciare un documento in cui la richiesta di confronto sarà messa nero su bianco è il presidente della Camera Penale, Michele Sarno, affiancato ieri mattina dal segretario Saverio Accarino e dai membri del direttivo Antonio Boffa e Gino Bove. Per gli avvocati si è creata sulle questioni che riguardano i detenuti una sorta di giurisprudenza negativa, «una rigidità estrema – spiega Sarno – che ha creato un automatismo per cui su certe materie la risposta è sempre il rigetto, senza una vera valutazione caso per caso». Non si spiega altrimenti, secondo il legale, perché strumenti adottati in altro distretti diventerebbero a Salerno una mera utopia. «A Salerno non si applica l’articolo 21 sulla possibilità di lavorare per alcune ore all’esterno del carcere – accusa – né la sospensione dell’esecuzione della pena nei casi in cui è prevedibile la concessione dell’affidamento in prova».

Nel bilancio di fine anno la Camera penale pone l’accento anche su altre problematiche, dagli spazi inadeguati al rischio di soppressione della Corte d’appello. E se su questi argomenti ha già indetto una settimana di astensione per i giorni dal 18 al 25 gennaio, sul caso della Sorveglianza si registra la sintonia con i Radicali, che proprio ieri hanno tenuto sul tema una loro iniziativa. «La magistratura di sorveglianza di Salerno adotta una giurisprudenza completamente contraria ai diritti umani» ha denunciato Donato Salzano, segretario dei Radicali salernitani, puntando l’indice sui giudici, ammalati a suo dire di “troppa burocrazia”. Salzano ha ricordato che «a Salerno tutti si lamentano di come la risposta della magistratura, relativa ai giorni di premio maturati dai detenuti, arrivi addirittura dopo che è stata scontata la pena». E ha aggiunto: «Reclusi nel carcere di Fuorni ci sono detenuti condannati in base alla legge Fini-Giovanardi, per possesso o piccolo spaccio di marijuana e hashish. E sono ancora in attesa che la Corte d’Appello ricalcoli la loro pena per effetto della sentenza della Corte Costituzionale». Perciò chiede aiuto al nuovo presidente della Corte d’Appello, Iside Germana Russo: «Spero che per queste persone venga prevista una corsia preferenziale, affinché venga ricalcolata urgentemente la pena».

Sotto la lente d’ingrandimento di Salzano sono pure le condizioni della casa circondariale: «A Fuorni gli ospiti del penitenziario possono lavarsi solo tre volte alla settimana, perché l’impianto idrico non riesce a distribuire giornalmente l’acqua nelle docce di tutte le sezioni». Tra le questioni spinose e non ancora risolte resta poi la morte di Carmine Tedesco, deceduto nel 2012 nella sezione detentiva del Ruggi: «Il suo caso rischia l’archiviazione o peggio ancora la prescrizione in fase preliminare, per merito della solita pubblica accusa che, in questi casi, preferisce sempre più spesso l’azione penale discrezionale a discapito di quella obbligatoria». «Una vicenda triste – ha rincarato l’avvocato Massimiliano Franco – Ancora oggi siamo in attesa dell’udienza preliminare contro l’unico medico indagato nonostante le nostre sollecitazioni».

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