Scarano, scontro sugli atti d’indagine e via al processo

In aula don Nunzio Scarano non c’era. C’erano, invece, la commercialista Tiziana Cascone, che dal 19 luglio è anche lei agli arresti domiciliari, e pochi altri imputati, come l’ex direttore amministrativo del “Ruggi” Carmine Pirofalo. Il processo per riciclaggio, che vede coimputate cinquanta persone, ha preso il via alle 15 di ieri davanti al primo collegio della seconda sezione penale, presieduto dal giudice Ubaldo Perrotta. Ma per circa mezz’ora si è rischiato che tutto tornasse alla fase delle indagini preliminari, con dichiarazione di nullità del decreto di rinvio a giudizio. A scatenare il putiferio è stato l’intervento del pubblico ministero Elena Guarino, che ha annunciato il deposito degli atti d’indagine sul furto in casa Scarano da cui, nel gennaio 2013, prese le mosse l’inchiesta. «Atti già allegati ad altri documenti nel fascicolo, ma non indicizzati» ha poi chiarito il magistrato, ma se l’avvocato Francesco Dambrosio si è limitato a chiedere un termine per prenderne visione e verificarli, il legale Antonio Zecca ha invece invocato la violazione del diritto di difesa, perché l’udienza preliminare si sarebbe svolta senza che tutti i documenti fossero a disposizione dei difensori. Ad associarsi, tra gl altri, l’avvocato Carmine Giovine, che ha assunto da poco la difesa della Cascone e che in un’eventuale nuova udienza preliminare avrebbe potuto chiedere il rito abbreviato. Dopo venti minuti di camera di consiglio i giudici si sono riservati di decidere alla prossima udienza del 27 ottobre, ma nel frattempo accusa e difese si sono chiariti ed è scontato che il processo andrà avanti. Nei prossimi giorni sia per la Cascone che per Scarano (difeso da Silverio Sica) saranno presentate istanze di revoca degli arresti domiciliari. (c.d.m.)

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