Scarano rivela gli appalti truccati

Accuse all’amico di Tremonti. E poi crociere per i prelati e soldi portati all’estero

Soldi e documenti di laici venivano portati all’estero grazie all’immunità concessa ai cittadini vaticani. Lo conferma monsignor Nunzio Scarano nelle tre ore di interrogatorio tenute lo scorso luglio davanti agli inquirenti romani che lo hanno indagato per corruzione. E le sue parole danno forza alle richieste di rogatorie internazionali inviate sia dalla Procura di Roma che da quella di Salerno, dove don Nunzio è sotto inchiesta per riciclaggio. Ma le rivelazioni del prelato ai magistrati capitolini non si fermano qui. Dopo aver detto delle denunce di anomalie che avrebbe formulato, senza esito, ai suoi superiori all’Apsa, il sacerdote salernitano racconta agli inquirenti di appalti truccati, di aiuti a al colosso finanziario Finnat in una manovra di aggiotaggio e di crociere e massaggi che alcuni istituti di credito avrebbero offerto ai vertici dell’Apsa pur di annoverare l’istituto (che amministra il patrimonio della Santa Sede) tra i loro clienti. L’Apsa ha infatti aperto conti correnti sia in Italia che all’estero, su cui si stanno concentrando le indagini della Guardia di Finanza per seguire i flussi di denaro. La banche, dichiara Scarano, non avrebbero lesinato trattamenti di favore pur di «avere un buon cliente, per farsi il nome che avevano il Vaticano in mano». E aggiunge: «Non è che i miei superiori lo facevano gratis... Viaggi, crociere, alberghi a cinque stelle, massaggi eccetera». Poi c’è il cpaitolo appalti: secondo don Nunzio i lavori se li aggiudicava quasi sempre Angelo Proietti, l’imprenditore già assurto alle cronache per il pagamento dell’affitto di casa all’ex ministro Giulio Tremonti. L’indice è puntato sull’ex direttore di Apsa, Giorgio Stoppa, e sull’ex direttore amministrativo Pietro Menchini: «Chi dava il lavoro a Proietti, o gli prestava il nome, erano Menchini e Stoppa, i quali turbavano gli appalti sempre a suo favore». E ancora: «Menchini riusciva a portare fuori i lavori fuori del Vaticano presso Proietti e si dividevano gli utili».