Scarano: «Riciclaggio? Lo Ior sapeva»

L’operazione di Salerno era stata comunicata. Il Papa riceve la lettera e apre inchiesta sull’Apsa. Nuovo interrogatorio

Monsignor Scarano parla e tira in ballo tutti: la dirigenza dell’Apsa, su cui ha consegnato un dossier alla Procura di Roma; e i vecchi vertici dello Ior, che sono già sotto inchiesta per riciclaggio e che subito dopo il suo arresto hanno dato le dimissioni. Nell’ultimo interrogatorio davanti ai magistrati Nello Rossi e Stefano Pesci torna anche a parlare dell’operazione del 2009 a Salerno, quello scambio tra soldi e assegni circolari per 560mila euro che è valsa a lui e ad altre 56 persone l’accusa di riciclaggio. E dice che di quella vicenda ne aveva parlato con Paolo Cipriani o con Massimo Tulli, rispettivamente ex direttore ed ex vicedirettore dello Ior. «Uno dei due mi disse che non vi era nulla che non potessero fare – afferma – Se devo dire, ritengo di averne parlato con Tulli, ma lo dico sulla base della mia consueta operatività e non per un ricordo specifico». E d’altronde è proprio all’ex numero due dello Ior che chiese l’estratto conto del suo “conto anziani”, quello su cui sarebbero confluite le finte donazioni e che il prelato salernitano ha utilizzato per molteplici movimenti finanziari finché, la settimana scorsa, il Vaticano non ha congelato i suoi fondi.

Ma è sull’Apsa, l’organismo di amministrazione del patrimonio della Santa Sede che don Nunzio fa le rivelazioni più scottanti, coperte da un lungo omissis nell’interrogatorio dell’8 luglio ma ribadite nella lettera che dal carcere di regina Coeli ha inviato al Pontefice, in cui mette nero su bianco tutto quello che avrebbe voluto dirgli nell’incontro privato chiestogli pochi giorni prima dell’arresto, eseguito il 28 giugno. Ieri Papa Francesco ha nominato sull’Apsa una commissione d’inchiesta interna composta da otto esperti. Obiettivo, si legge nel chirografo firmato di suo pugno, è «proseguire nell’opera di introduzione di riforme nelle Istituzioni della Santa Sede, finalizzata ad una semplificazione e razionalizzazione degli Organismi esistenti e ad una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le Amministrazioni vaticane». A tale scopo, si legge nel documento, è stata istituita «una Commissione referente che raccolga puntuali informazioni sulle questioni economiche interessanti le Amministrazioni vaticane», offrendo una consulenza specialistica per l’elaborazione di soluzioni volte, tra l’altro, a «evitare dispendi di risorse economiche, favorire la trasparenza nei processi di acquisizione di beni e servizi, operare con sempre maggiore prudenza in ambito finanziario, assicurare una corretta applicazione dei principi contabili. Alla fine del mandato i commissari depositeranno l’archivio cartaceo e digitale direttamente nelle mani del Papa. Ma il terremoto nelle stanza vaticane sembra solo agli inizi. E un’altra scossa potrebbe arrivare mercoledì, quando monsignor Scarano tornerà davanti ai magistrati romani per un nuovo interrogatorio. Subito dopo i suoi avvocati, Silverio Sica e Francesco Caroleo Grimaldi, presenteranno al giudice delle indagini preliminari una nuova istanza di scarcerazione.

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