Scarano ha paura di essere avvelenato

Il monsignore teme per la sua vita. Chiesto un nuovo parere alla Procura sull’istanza di domiciliari

Teme di essere ucciso monsignor Nunzio Scarano. «Avvelenato», come disse Michele Sindona, un altro che con Ior e misteri vaticani ci aveva diviso parecchio. Un timore che il sacerdote, ricoverato dagli inizi di settembre nel reparto detenuti del “Ruggi”, ha confidato al personale sanitario e al suo avvocato Silverio Sica, spiegando di voler mangiare solo alimenti confezionati per tentare di ridurre i rischi. La paura nascerebbe dalle informazioni di cui è a conoscenza sulla gestione dello Ior e dell’Apsa (l’Amministrazione dei beni della Santa Sede), notizie di cui chiede da mesi di poter riferire al Papa e di cui ha parlato con i magistrati romani che lo hanno arrestato con l’accusa di corruzione. Ma a influenzare i pensieri del sacerdote ci sarebbe anche un quadro psicologico instabile, per il quale è affidato alle cure di uno psichiatra e che nelle ultime settimane sarebbe peggiorato. Anche la relazione di questo medico, insieme a quelle sulle patologie cardiache, è stata consegnata a Roma al giudice delle indagini preliminari Barbara Callari, che deve decidere sulla richiesta di arresti domiciliari. Sulla base della nuova documentazione il gip ha chiesto un nuovo parere alla Procura, dopo quello depositato nei giorni scorsi e negativo a qualsiasi affievolimento della misura cautelare. Lo stesso Massimiliano Marcianò, l’amico di Scarano che a giugno ha rivelato agli inquirenti di conti cifrati e lingotti d’oro, ha detto pure della depressione che avrebbe colto il prelato dopo le prime indiscrezioni sulle inchieste che lo vedono indagati a Salerno e a Roma, Secondo Marcianò il religioso avrebbe perfino manifestato la volontà di suicidarsi, mortificato per l’aver messo nei guai tanti amici salernitani che lo avevano aiutato nell’operazione di estinzione di un mutuo, e che ora sono indagati con lui per il reato di concorso in riciclaggio.

Le indagini, anche su questo fronte, proseguono, tanto che negli uffici della Procura di Salerno sono tornati a sfilare per nuovi interrogatori, nei giorni scorsi, alcuni degli indagati. Non si sa, invece, quando il sostituto procuratore Elena Guarino potrà reinterrogare Scarano, dopo il rinvio per motivi di salute. Per adesso al “Ruggi” il monsignore ha ricevuto la visita di due sorelle e continua ad aspettare, ogni giorno, quella dell’arcivescovo Luigi Moretti, che ha inviato al Tribunale di Roma la richiesta per l’autorizzazione. (c.d.m.)

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