l’inchiesta sul riciclaggio

Scarano, finti mutui agli amici Depositata la perizia medica

A chi riceveva il prestito diceva che il denaro arrivava da un mutuo contratto allo Ior, dal quale lui, monsignor Nunzio Scarano, doveva rientrare entro scadenze tassative per non pagare penali....

A chi riceveva il prestito diceva che il denaro arrivava da un mutuo contratto allo Ior, dal quale lui, monsignor Nunzio Scarano, doveva rientrare entro scadenze tassative per non pagare penali. Quei soldi, secondo le conclusioni a cui è giunta la Guardia di Finanza di Roma, erano invece fondi prelevati dal suo conto corrente privato. La storia del mutuo serviva a fare pressione sui debitori affinché rispettassero le scadenze, oltre che a lucrare qualche piccolo interesse. Ad essere tratti inganno sarebbero stati tra gli altri un medico di Salerno e l’ex commercialista del prelato, Tiziana Cascone: il primo per un importo di 10mila euro, la seconda per 50mila. Di lei Scarano parla con l’amico Massimiliano Marcianò, lamentando un ritardo di tre mesi nei pagamenti: «Io ho dovuto sopperire a una multa mensile che si chiama piatto papale – afferma – il primo mese ti applicano 150, il secondo 300, il terzo 450 e via di seguito». Per i finanzieri, però, sussistono «palesi incongruenze che consentono di ritenere inverosimili le argomentazioni espresse dal sacerdote ai suoi interlocutori, fino a minare alla base l’esistenza stessa del mutuo e la circostanza che esso sia effettivamente stato stipulato dal sacerdote presso lo Ior. Anzi, si aggiunge nell’infromativa alla Procura, «si potrebbe ragionevolmente trattare di un prestito erogato direttamente da Scarano, posto che le restituzioni sono accreditate sul suo conto corrente personale». Quello dei mutui sarebbe stato quindi uno dei tanti artifizi del religioso, come le finte opere di carità per le quali otteneva soldi dai D’Amico o la promessa di interventi dei servizi segreti per evitare, agli stessi armatori salernitani, guai giudiziari per gli investimenti alle Canarie.

Per fine settimana, o al massimo per lunedì, si saprà se il monsignore deve restare in carcere o può andare ai domiciliari, come chiedono, per ragioni di salute, i legali Silverio Sica e Francesco Caroleo Grimaldi. Ieri mattina il medico legale incaricato dal gip ha depositato l’esito della perizia medica, su cui il giudice delle indagini preliminari baserà la sua decisione. (c.d.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA