Scarano dallo psichiatra «Sono un uomo stremato»

Dopo due rifiuti il monsignore si è sottoposto alla perizia sulla sua salute mentale Sì al colloquio ma non ai test, per la relazione chiesta la proroga di un mese

In extremis, quando ormai mancavano poche ore alla consegna della perizia psichiatrica sul tavolo dei giudici che lo stanno processando per riciclaggio, monsignor Nunzio Scarano ha deciso di presentarsi nello studio del medico legale Antonello Crisci per sottoporsi alla visita. Aveva dato forfait nei primi due appuntamenti, facendo scattare la subordinata dell’incarico peritale, in cui si chiedeva al neuropsichiatra una valutazione in base agli audio delle intercettazioni. La relazione era pressoché pronta e oggi sarebbe stata depositata, ma la mossa del sacerdote ha cambiato le carte in tavola e ha avuto come prima conseguenza un allungamento dei tempi, perché il professionista ha chiesto al Tribunale altri trenta giorni per elaborare la consulenza in base all’esito del colloquio. Un faccia a faccia durato quasi un’ora, alla presenza dell’avvocato Giuseppe Pepe (delegato dal difensore Silverio Sica), dei consulenti di parte Tito de Marinis e Antonio Zarrillo (che ha stilato per monsignore una relazione che ne certifica uno stato di incapacità), del consulente Panfilio Maiurano indicato dall’avvocato Cecchino Cacciatore per l’imputato Domenico Scarano, e della psicologa Nicoletta Sansone, che coadiuva Crisci nella perizia. Scarano si è detto molto stanco, stremato dallo stress del procedimento giudiziario e per questo in difficoltà ad affrontare l’esame dello specialista. Ha risposto alle domande ed è stato collaborativo nella visita neurologica, ma non ha voluto sottoporsi al test di Rorschach per la valutazione delle capacità di intendere e volere, sostenendo di soffrire un pesante stato di stanchezza e di non riuscire a reggere quell’impegno mentale.

Lunedì il neuropsichiatra Crisci sarà chiamato a illustrare al tribunale le prime risultanze del suo incarico, ma per la relazione completa bisognerà attendere. Il presidente del collegio, Ubaldo Perrotta, ha disposto la perizia dopo il deposito della consulenza di Zarrillo a sostegno della richiesta (accolta) di revoca degli arresti domiciliari. Vi si leggeva che il prelato non sarebbe in grado di comprendere la realtà; abbastanza per indurre i giudici a disporre una perizia, evitando così che l’intero processo sul riciclaggio possa essere inficiato da una futura dichiarazione di incapacità a stare in giudizio e quindi a difendersi. Ora la valutazione rischia di slittare a dopo l’estate. E non è neanche certo che lunedì si terrà l’udienza, perché il presidente Perrotta è passato in forza all’ufficio gip e il presidente di sezione, Vincenzo Siani, è infortunato.

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