Scarano, chiusa l’indagine sul furto

Quattro coinvolti e richieste d’arresto. Trovati alcuni quadri del monsignore

La Procura ha chiuso il cerchio sul furto a casa di monsignor Nunzio Scarano, che nel gennaio del 2013 diede la stura all’inchiesta sul riciclaggio per il cui il prelato è a processo con altre 48 persone. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha ritenuto credibile la ricostruzione dell’imprenditore Massimiliano Marcia, ex amico del monsignore, e si prepara a firmare per gli inizi della prossima settimana l’avviso di conclusione delle indagini. Quattro le persone iscritte sul registro degli indagati, tutte di Roma, e almeno tre di loro rischiano ora l’arresto. Il magistrato ha infatti chiesto l’emissione della misura restrittiva e dopo il rigetto del giudice delle indagini preliminari Dolores Zarone (per carenza di esigenze cautelari) ha presentato appello al Tribunale del Riesame, che fisserà nei prossimi giorni la data dell’udienza. Ma c’è di più: una parte dei quadri rubati è stata recuperata, anche se non vi sarebbe traccia delle opere più preziose (uno Chagall e alcune serigrafie di De Chirico) di cui era stato denunciato il furto.

Proprio il ritrovamento di pezzi della refurtiva avrebbe aiutato gli inquirenti a chiudere il cerchio delle indagini, bloccando le operazioni di vendita. Il racconto di Marcianò (inizialmente indagato e interrogato dal magistrato a fine ottobre) ha fatto il resto. La chiave di volta è in un audio che l’organizzatore di eventi ha registrato con il suo telefono cellulare, in cui uno degli indagati gli confesserebbe di aver prelevato lui, dall’automobile che Scarano e Marcianò utilizzavano per gli spostamenti tra Salerno e Roma, le chiavi dell’appartamento a ridosso del Duomo, che consentirono ai ladri di entrare senza forzare la serratura. «Sapeva che erano in macchina perché ne avevamo parlato» ha spiegato Marcianò agli inquirenti, puntando l’indice contro un collega che a sua volta avrebbe consegnato il mazzo di chiavi a chi doveva eseguire il furto. Una ricostruzione che non è condivisa da Scarano, ancora convinto che tra gli organizzatori del furto vi sia stato lo stesso ex amico. Da alcune settimane il sacerdote ha ingaggiato una sorta di braccio di ferro con la Procura, che su di lui ha aperto nuove inchieste per usura e ricettazione. Dopo che il Tribunale non ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari, il difensore Silverio Sica ha preannunciato l’intenzione di presentare istanza di rimessione del processo per incompatibilità ambientale, chiedendo che sia trasferito fuori Salerno. (c.d.m.)

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