«Scarano aiutato da 52 complici»

Chiuse le indagini, insieme al sacerdote rischiano il rinvio a giudizio per riciclaggio

La Procura chiude il cerchio, dichiara la conclusione delle indagini e prepara per monsignor Nunzio Scarano e 52 presunti complici la richiesta di rinvio a giudizio. Ieri mattina dall’ufficio del sostituto procuratore Elena Guarino sono partiti gli avvisi agli indagati, quasi tutti accusati di concorso in riciclaggio per avere aiutato il prelato a nascondere la provenienza del denaro con cui, nel 2009, ha estinto l’ipoteca sulla sua abitazione di via Romualdo Guarna, contratta a garanzia di un’operazione immobiliare con la società dei cugini. La cifra sfiorava i seicentomila euro, il sacerdote ne aveva la disponibilità in contanti ma preferì chiedere ad amici e parenti assegni circolari dai 2mila ai 10mila euro, ricambiati da contanti consegnati in busta chiusa dalla commercialista Tiziana Cascone e “giustificati” da finte donazioni che la stessa consulente avrebbe fatto firmare. Complici dell’operazione, secondo il magistrato, furono i 48 firmatari degli assegni e la commercialista. Oltre a loro, indagati per concorso in riciclaggio sono il notaio Bruno Fraunfelder, accusato di aver stilato per conto del monsignore atti di compravendita falsi, con importi inferiori a quelli realmente pagati; il cugino di don Nunzio, Domenico Scarano, anche lui indagato per falso e riciclaggio in relazione a uno di questi acquisti; uno dei venditori, Giorgio Genovese, che risponde solo di favoreggiamento per aver mentito alla polizia gudiziaria che gli chiedeva lumi sull’importo ricevuto; e ancora Enrico Vallese, marito di una nipote del monsignore, che figura quale amministratore unico della società immobiliare Nuen, le cui quote sono in realtà detenute per il 99 per cento dal sacerdote.

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria, che hanno condotto le indagini coordinati dal colonnello Antonio Mancazzo, stanno notificando a tutti gli avvisi di conclusione delle indagini, che assegnano venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive, prima che la Procura tiri le fila e vada avanti con la richiesta di processo. Dalla lista degli indagati sono uscite le dieci persone che avevano sì accettato di aiutare Scarano con la firma di un atto di donazione, ma senza lo scambio tra contanti e assegni. Archiviato anche il procedimento nei confronti di Magni Landi, marito della commercialista Cascone, deceduto poche settimane fa. Tra i 53 indagati restano invece don Luigi Noli (anche lui agli arresti domiciliari come don Nunzio), molti familiari suoi e di Scarano e alcuni amici del monsignore. Tra questi l’armatore l’imprenditore Rosario Autori, l’ex direttore amministrativo del “Ruggi” Carmine Pirofalo, il medico Vincenzo Villari, gli imprenditori Villecco di Battipaglia e Malangone di Pontecagnano, e l’armatore salernitano Maurizio D’Amico. I cugini Cesare e Paolo sono gli armatori sospettati di aver riciclato, tramite Scarano, una parte di reddito evaso al fisco. Ma su questo filone gli atti sono di competenza della Procura di Roma.

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