TERREMOTO IN ATENEO

Scandalo all'Università di Salerno, il prof: «Flessioni “punitive”? Ma le facevo anch’io»

Maffulli respinge l’accusa di cameratismo mossa da un’associazione

 

SALERNO - «Punizioni? Ma se le flessioni le facevo anch’io!». È questa la versione fornita dal professor Nicola Maffulli dinanzi alla commissione d’inchiesta istituita dall’Università degli Studi di Salerno, in merito al polverone sollevato dalla denuncia di un’associazione su presunte “punizioni” agli studenti ritardatari che frequentano la Scuola di specializzazione di Ortopedia, gestita dal noto professionista. L’organo, presieduto dalla docente Carolina Ciacci e istituito dal direttore del dipartimento di Medicina, Carmine Vecchione (cui il rettore Enzo Loia ha affidato momentaneamente le redini della Scuola nelle more dell’indagine) si è riunito ieri presso l’ospedale “Ruggi” di Salerno per esaminare il caso, alla presenza del diretto interessato.

Quest’ultimo, accompagnato dagli avvocati Luca Imposimato e Antonio Musio, ha fornito la “sua” verità sui fatti contestati e rigettato al mittente le accuse dell’associazione Als Fattore 2a, che ha diffuso sui canali social foto e video da cui si evincerebbe la consuetudine di costringere i ragazzi che arrivano a lezione in ritardo a fare degli esercizi fisici, a mo’ di pegno. Inoltre agli stessi ritardatari verrebbe imposto di pagare la colazione.

Francesco Ienco

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