Scandalo al Corisa 2, primi rinvii a giudizio

Disposto il processo per sette dipendenti del Consorzio di bacino. Accuse di truffa e peculato

Si andrà al processo per accertare le responsabilità dello scandalo che lo scorso giugno ha travolto la vecchia gestione del Consorzio di bacino Salerno 2, con un’ordinanza in cui figurano i nomi circa 150 indagati. Ieri il giudice per le indagini preliminari Dolores Zarone ha disposto il rinvio a giudizio per sette dipendenti del Corisa2, i primi ad arrivare davanti al giudice in un calendario di udienze che proseguirà dalla prossima settimana sino a fine gennaio. Per ora vanno a processo Renato Della Porta, Paolo Gallo, Lucia Perfetto, Elena Pagano, Florindo Rinaldi, Salvatore Picone e Carmela Verdini. I primi due rispondono di peculato e dovranno comparire davanti al giudice collegiale, gli altri sono accusati di truffa e falso e saranno giudicati dal monocratico. In aula ci sarà anche il rappresentante del Consorzio, costituitosi parte civile tramite l’avvocato Alfonso Galluzzo per il risarcimento dei danni.

Le accuse parlano di buste paga gonfiate ad arte per ottenere prestiti dalle finanziarie, ore di straordinario retribuite ma mai prestate, benzina e tessere autostradali adoperate per scopi personali, falsi rifornimenti di carburante e perfino prestiti con addebito sul conto corrente del Corisa, per circa 391mila euro. Nel mirino sono poi finite le ore di lavoro straordinario di alcuni dipendenti – retribuite ma mai effettuate secondo la Procura– che solo tra il 2009 ed il 2010 sono costate poco meno di 235mila euro.

L’inchiesta è nata da una denuncia presentata nell’ottobre 2010 dal commissario liquidatore Giuseppe Corona, che evidenziava anomalie nella contabilità degli anni dal 2007 al 2010, quando al vertice del Consorzio c’erano il presidente Dario Barbirotti (ora consigliere regionale) il direttore Mena Arcieri (attuale presidente di Salerno Solidale) e il consigliere d’amministrazione Pellegrino Barbato, che guida adesso Salerno Pulita . Anomalie che secondo gli investigatori sarebbero costate alla società consortile, impegnata nello smaltimento dei rifiuti in quaranta comuni del Salernitano, oltre due milioni di euro.

A giugno, subito dopo la notifica dell’avviso di garanzia, Barbirotti chiese di essere ascoltato dal sostituto procuratore Marinella Guglielmotti, che conduce le indagini, e spiegò non avere alcun obbligo normativo di controllo sugli atti finiti sott’inchiesta. La sua posizione, al pari di quella di Mena Arcieri, è tuttora al vaglio del magistrato, che sul livello dirigenziale del consorzio non ha ancora presentato le sue determinazioni. Martedì, invece, saranno esaminate dal giudice dell’udienza preliminare le richieste di rinvio a giudizio per un altro gruppo di dipendenti. (c.d.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA