IL MINISTRO delrio a napoli

Scali, autostrade e alta velocità Ecco le priorità per il Sud

NAPOLI. In attesa del Masterplan per il Sud, la cura del ferro e dell’acqua valgono una pioggia di miliardi di fondi infrastrutturali. A Napoli per la presentazione del piano infrastrutture e reti...

NAPOLI. In attesa del Masterplan per il Sud, la cura del ferro e dell’acqua valgono una pioggia di miliardi di fondi infrastrutturali. A Napoli per la presentazione del piano infrastrutture e reti 2014-2020, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha fatto il punto degli investimenti europei e delle direttrici sulle quali viaggeranno. Con un occhio al masterplan sul quale ha pronosticato: credo sarà rispettato il termine di gennaio. «Siamo molto fiduciosi che questi programmi rappresentino un’occasione di sviluppo nel nostro Mezzogiorno» ha detto Delrio riferendo che il premier «sta chiedendo un’accelerazione e cercheremo di garantirla».

E sul capo del governo ha aggiunto: «Con il presidente Renzi c’è convergenza di vedute: ha elencato giustamente le priorità per il Sud e ha posto la valutazione del Ponte sullo Stretto solo dopo che saranno vinte le sfide che abbiamo davanti». Le priorità? «La crisi idrica a Messina, terminare la Salerno Reggio Calabria, realizzare la linea alta velocità e alta capacità Napoli- Bari -Taranto Lecce, la Messina - Catania - Palermo, rendere i nostri porti competitivi». E mettere la corruzione fuori dai giochi. Soldi e legalità, inevitabile le preoccupazioni alla luce degli scandali e del diffuso malaffare. «È evidente che lo sviluppo del Mezzogiorno dipende dalla capacità di fare sistema ma l’altra condizione è la legalità. Stiamo approvando un nuovo codice degli appalti in Parlamento, lo faremo la prossima settimana. Trasparenza ed efficienza daranno impulso ai nostri progetti. Occorre un presidio di legalità, trasparenza ed efficienza nelle istituzioni, occorre una lotta all’illegalità perché il malaffare e la corruzione troppo spesso hanno condizionato e fermato i lavori pubblici italiani».

I porti, imparino la lezione dalla storia. Per il ministro devono capire che cosa significa cooperare. «L’Italia è la porta naturale per le merci di tutto il sud Europa ma c’è un elemento che ha reso debole il nostro Paese e il Mezzogiornio in particolare, che la rete portuale, i vari porti non sono collegati, non si parlano, le ferrovie non entrano dentro porto e aeroporti e non c’è un coordinamento intermodale con gli interporti. L’Italia perde più di 40 miliardi l’anno per inefficienza logistica. Questi 40 miliardi sono oro per le nostre imprese».

Dal passato arriva anche l’eco delle promesse spesso tradite. «Mi hanno chiesto qual è la differenza con chi ci ha preceduto - ha aggiunto Delrio - la differenza dobbiamo farla, dobbiamo aprire i cantieri. Molti ritardi sono dipesi da noi, non dall’Europa cattiva. Non siamo stati all’altezza della sfida». Il dato sulla portualità del minsitro, in un Paese circondato dal mare, è quasi impietoso. «Veniamo da una stagione in cui i porti italiani non hanno sviluppato le loro potenzialità, negli ultimi 5 anni hanno perso merci e passeggeri, con buone performance solo in ambito crocieristico».

Dai porti emerga l’oro sommerso dunque, sulle ferrovie gli investimenti più massicci. «Per la Napoli-Bari-Taranto saranno disponibili più di 4 miliardi di euro, per l’Alta velocità in Sicilia son disponibili già più di 3 miliardi di euro. I cantieri della Napoli-Bari-Taranto apriranno nella primavera 2017 e nei primi due tratti avranno 4-5 anni di lavori». Ma la stazione di partenza non doveva essere Afragola? “Il percorso lo abbiamo illustrato, la Napoli-Bari partirà da Cancello”. Progettata su quattro piani sospesi, trecento treni al giorno e un traffico di 430 mila passeggeri, il doppio di Roma Termini, la stazione di Afragola non è mai esistita. (f.f.)

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