Il caso

Scala, i carabinieri sequestrano l’eliporto

La struttura era completamente abusiva. La zona è destinata ad area rurale e sottoposta a un vincolo paesaggistico

SCALA. Era ormai diventato da anni un punto di riferimento, in particolar modo per gli elicotteri turistici che negli ultimi tempi hanno fatto sbarcare diversi vip nella Divina.

Ma c’era un problema: la struttura è stata costruita senza le necessarie autorizzazioni e, pertanto, è stato posta sotto sequestro.

Si tratta dell’eliporto nella frazione di San Pietro a Scala. Al termine di un apposito servizio di controllo del territorio, i carabinieri della stazione di Ravello diretti dal maresciallo Procolo Chiocca e coordinati dal capitano Roberto Martina, nella giornata di lunedì, hanno denunciato all'autorità giudiziaria quattro persone residenti nel paese collinare della Costiera Amalfitana, poiché questi ultimi avevano trasformato un fondo a destinazione agricola in località Magliuolo in un eliporto che consentiva l’atterraggio e il decollo di elicotteri privati.

Nell’area di circa ottocento metri quadrati pare fossero stati costruiti alcuni manufatti vicino all’eliporto vero e proprio.

Nella fattispecie, oltre alla zona di atterraggio, sarebbero presente anche una sala d’aspetto e un bagno, il tutto costruito senza le necessarie autorizzazioni.

Dopo il sopralluogo dei militari e dei tecnici del Comune, tutta l’area è stata sottoposta a sequestro e sono stati informati gli organi competenti per le successive valutazioni.

Inoltre il tutto è stato realizzato in un zona sottoposta a vincolo paesaggistico.

Da qualche tempo il campo sportivo del comune di Scala non veniva più utilizzato per l’atterraggio degli elicotteri, visto che è in fase di ristrutturazione.

Ed ecco che era stata sostituito dall’eliporto di località Magliulo. Non è il primo sequestro effettuato quest’anno dai carabinieri della compagnia di Amalfi, diretti dal capitano Roberto Martina, nel contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio. Dal primo gennaio 2016 sono oltre cinquanta le persone denunciate nel territorio costiero, fra proprietari e direttori dei lavori, che senza i dovuti permessi avevano costruito piccoli appartamenti o depositi modificato quelli già esistenti ricavando nuovi spazi.

Di recente, invece, è stato dissequestrato il parcheggio Montesanto, dove torna ora disponibile la quasi totalità dei quattrocento posti auto. A disporre il dissequestro dell’area di sosta in località Cannillo sono stati i giudici della terza sezione penale, davanti ai quali è in corso un processo per abuso d’ufficio, falso ideologico e deturpamento di bellezze naturali. Un caso al contrario, insomma.