IL CASO

Scafati, sos miasmi e rumori: l’odissea di chi vive tra i lotti dell’area Pip

La denuncia di Cesarano: «Da anni attendiamo risposte»

SCAFATI - Aria irrespirabile e rumori assordanti: questa l’agonia vissuta da una famiglia scafatese e provocata da due aziende che si trovano a poche decine di metri da casa. Scatta la denuncia: «Costretti a vivere tappati dentro». Pasquale Cesarano ha 45 anni e abita in una traversa di via Sant'Antonio Abate, insieme alla moglie e alla madre. Il suo appartamento si trova al confine con quell'area che, secondo i progetti, dovrebbe essere dedicata al Piano insediamenti produttivi di Scafati. Un tempo zona agricola, attualmente vede la presenza di diverse aziende che avevano investito in quell'area anche in relazione al progetto Pip. T

ra queste, un paio sono dislocate a poche decine di metri dalla casa della famiglia Cesarano e, stando al loro racconto più volte denunciato anche alle forze dell’ordine, provocano non pochi problemi alla propria quotidianità. «L'aria è irrespirabile, ho fatto anche diverse denunce ai carabinieri della tenenza di via Oberdan - racconta il signor Pasquale -. Sono mesi che siamo costretti a restare tappati dentro e, in questo periodo, l'agonia è ancora maggiore. Fumi irrespirabili di zolfo causati da un'azienda, a pochi metri da casa nostra, e rumori assordanti durante la giornata causati da un'altra azienda sempre in zona. In passato sono venute anche le autorità preposte ma alla fine nulla è cambiato. Per i fumi, di cui ho filmato diverse registrazioni, non ci sarebbero dubbi nemmeno per i medici: sono altamente tossici per noi. Per i rumori, mi sono procurato un fonometro e ho constatato come spesso si supera il limite consentito anche per un'area industriale. Con l'emergenza che stiamo vivendo in questi giorni, inoltre, non abbiamo neanche la possibilità di allontanarci per qualche ora da questa agonia. Siamo costretti a rimanere tappati in casa, con le finestre chiuse e senza poter uscire neanche fuori al balcone». (d.g.)

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