Scafati, sos criminalità Ora indaga l’Antimafia

L’escalation degli attentati dinamitardi seguita dagli investigatori della Dda Il vuoto di potere creato dalla caduta dei vecchi boss e le presenze dei paganesi

SCAFATI. Nuovi scenari criminali al vaglio della direzione distrettuale antimafia. Il lavoro degli investigatori si concentra su quanto accade nel territorio cittadino, con una escalation di episodi fuori dai canoni della criminalità fisiologica, ritenuti meritevoli di attenzione.

La bomba carta della notte di Halloween, piazzata davanti alla villa di famiglia di Vittorio D’Alessandro, consigliere comunale Pd, è uno dei casi, un segnale che potrebbe ricollegarsi all’attività politica dell’avvocato. La bomba piazzata dopo attenta preparazione recava i segni di un gesto curato, preparato per lasciare il segno, oltre il cancello d’ingresso. Nella sequenza, dove si inseriscono incendi registrati a due negozi, una profumeria e un parrucchiere, con residuali possibilità di incidente, c’è una temporalità allarmante, concentrata a stretta cadenza in un territorio ritenuto ad alta tensione, logisticamente incuneato tra l’Agro e il Vesuviano. Chiude l’elenco degli atti la bomba carta detonata sotto un’automobile di Andrea “Dario” Spinelli, 39enne già noto per il suo ruolo nell’inchiesta “Transalp”. L’esplosione predisposta contro la sua Renault è l’episodio ritenuto sintomatico di un brusco riflusso criminale, espressione del cambio di equilibri sancito in piazza Michelangelo Buonarroti nel rione Mariconda, nei pressi delle palazzine Iacp dove lo stesso Spinelli risiede. Quel boato risuona nell’attenzione dei residenti nel quartiere col richiamo delle fiamme sviluppatisi subito dopo, frutto della bomba carta artigianale, posizionata sotto l’auto del pregiudicato.

Senza dimenticare la prima esplosione al bar Nappo. I segnali, mai soli né inascoltati, parlano di una città che vive un improvviso innalzamento della soglia criminale, per dei fatti probabilmente non collegati tra loro ma forti. Il legame di Spinelli col boss siciliano Mulè, la zona vuota liberata dal boss Francesco Matrone, catturato nell’estate 2013 dopo una oscura latitanza, richiamano l’interesse della Dda. L’ultimo criminale di rango è Pasquale Loreto che da tempo è diventato collaboratore di giustizia.

Suo figlio, recentemente scarcerato, non condivide la scelta paterna, ribadendolo puntuale, ad evitare confusione. Scafati ultimamente registra attenzioni paganesi.

Lo rileva l’ufficio antimafia, che ritiene la città un punto nevralgico per i sistemi di spaccio, logico indotto commerciale delle piazze torresi, a lato di Boscoreale, tra l’erba potenziata ribattezzata “Amnesia”, la coca e il sempreverde crack. Prima che arrivi il morto, evoluzione in nero di uno scenario di gravi tensioni.

Alfonso T. Guerritore

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